Vannino Chiti: La democrazia sopravviverà a questo secolo?
Analisi lucida, risposte senza mezzi termini. La sinistra all'ultima chiamata
Ancora una volta Vannino Chiti prende spunto dagli ultimi, inquitanti, segnali derivanti dalle tante elezioni svoltesi nel mondo nel 2024, dalla forte avanzata di forze di destra e antidemocratiche, dall'incapacità della sinistra di raccogliere il malessere per l'arretramento dei sistemi di Welfare, per guardare con preoccupazione a ciò che sta ora emergendo. "Oggi i leader del capitalismo dichiarano pubblicamente l'inconciliabilità tra il loro potere, il modello di sviluppo esistente e da incrementare e le regole democratiche". La conseguenza è immediata: "La democrazia è un peso imposto e sopportato in un'altra epoca, un inutile fardello che oggi si può e si deve rimuovere". Più che una semplice presa d'atto dello stato delle cose, a Chiti interessa capire perchè le forze di sinistra non sono state capaci di intervenire per cambiare segno a questa situazione e, soprattutto, a quali condizioni sia ancora possibile invertite le tendenze, sempre più forti, in atto. L'attenzione di Vannino viene allora a concentrarsi, semplificando un poco, su tre grandi questioni: quali siano le ragioni che hanno portato al potere nei paesi occidentali, a cominciare dagli USA, la peggior destra che si sia mai conosciuta nel dopoguerra; se e a quali condizioni la sinistra possa imporre cambiamenti in Europa e negli assetti mondiali per invertire la tendenza; quali valori e quali forze possono tornare a dare un senso "di sinistra" alla rinascita della democrazia e delle conquiste sociali. Sul primo quesito, le motivazini dell'avanzata delle destre, un primo interrogativo riguarda le ragioni per cui i magnati dei social ( e della finanza) "Sono passati armi e bagagli al sostegno dell'estrema destra". E poi un interrogativo ancora più inquietante "quali sono le cause che spingono la povera gente, gli strati popolari a votare per i miliardari, dimenticando, così sembra, i loro interessi". Ma se al primo quesito appare all'autore facile dare una risposta ("Si propongono di cambiare la democrazia e dettare alla politica le priorità da realizzare"), più complessa la risposta al secondo interrogativo (il venir meno di una speranza di futuro per sé stessi e i figli), che ci conduce direttamente al ruolo che dovrebbe essere in grado di svolgere la sinistra per contribuire a unirsi in Europa e far valere, con regole nuove, il peso dell'insieme dell'area di centro sinistra. Non senza una forte critica all'errore fondamentale compiuto, secondo l'autore, dalla sinistra in Italia e non solo: "ha distrutto o lasciato distruggere le proprie radici...ne è derivata la perdita di una capacità autonoma di critica dell'esistente". Ma, nonostante il pessimismo dell'analisi lucida e impietosa cui ci mette di fronte ("la politica torna ad essere cosa da ricchi"), Chiti non rinuncia a sollecitare la sinistra ad assumere proposte, anche radicali, di rinnovamento e cambiamento degli assetti da cui, secondo lui, derivano tante delle difficoltà di oggi. È questra, secondo me, la parte più importante dell'utilissimo lavoro di Vannino, dove intreccia la critica all'allineamento della sinistra stessa alle forze moderate che hanno rinunciato al rilancio dell'ONU quale forza di equilibrio e di pace, piuttosto che "a fare proprie visioni e disegni affidati esclusivamente alla prevalenza militare" , con un lavoro di scavo e di proposta. Partendo da una consapevolezza: "Senza assumere il compito di dare vita a una democrazia per il mondo globale, la sinistra non sarà protagonista nel XXI secolo". Le proposte di Chiti riguardano sia l'ONU, per il quale è urgente ampliare la rappresentanza del Consiglio di Sicurezza, sia l'unione Europea, per la quale le proposte sono ancora più radicali per giungere ad una netta conclusione: "Occorre una democrazia federale europea, una politica estera e un esercito europei. Ѐ il passo da compiere subito". Naturalemnte lascio alla lettura del testo di Vannino Chiti la conoscenza delle modalità e delle concrete proposte operarative per raggiungere i risultati urgenti da lui indicati. Aggiungo solo che nella sua ricca e importante analisi c'è la consapevolezza di trovarci ormai all'ultimo momento utile, perdendo il quale il mondo potrebbe prendere una deriva dove finirebbero davvero per prevalere definitivamente le forze emerse con le ultime elezioni americane. Arriviamo così all'ultimo, decisivo capitolo di questo vero e proprio saggio. Preso atto dei pericoli che derivano dalla nuova destra mondiale (il tecnofascismo, come lo chiama l'autore) Chiti ci lancia un messaggio, prima ancora che strettamente politico, di carattere etico e valoriale: "Se vogliamo vincere le sfide occorre unità. Se vogliamo costruire e affermare un progetto alternativo al capitalismo tecologico-finanziario, antidemocratico e della sorveglianza delle persone, è necessaria un'intesa tra credenti e diversamente credenti". Tornano qui alcuni dei temi più volte sollevati da Vannino, ma con la necessità di avviare ora un lavoro su scala mondiale per bloccare una deriva in atto di quelle forze che si stanno muovendo"sostituendo la fraternità e la solidarietà con l'individualismo amorale. L'unica regola è la competizione. Si passa dall'economia di mercato alla società globale di mercato". Il messaggio di Chiti è forte e chiaro. L'urgenza di assumerlo da parte di quelle forze di sinistra che sembrano talvolta distratte rispetto alla gravità della situazione presente, è altrettanto necessaria. Ma una riflessione come questa, un tempo consuetudine più frequente, almeno nell'ampiezza dei riferimenti, da parte dei dirigenti della sinistra, è utile e da assumere dalla più larga platea di quel popolo che, di fronte agli attuali avvenimenti, non vuol diventare "plebe", pronta ad assorbire le versioni più immaginifiche che i social, in mano ai nuovi ricchi, ci propinano ogni giorno.
Renato Campinoti