Ancora una volta questa poetessa ci sorprende! Intanto perchè, più ancora che nelle altre silloge, pur notevoli tutte, maneggia con ancora più sensibilità e competenza letteraria il linguaggio poetico, regalandoci un numero non banale di poesie dove l'urgenza del fascino poetico sopravanza perfino il bisogno di parlarci di lei e dei suoi stati d'animo, ben presenti nell'economia della raccolta.
Rientrano in questa tipologia, che chiamerei di "pura poesia" quelle che più di altre sembrano sgorgare da un incontro felice tra il paesaggio e la sensibilità dell'autrice. Per fare qualche esempio penso alla seconda poesia della raccolta ("Quasi ora di cena") dove i "colli ombrosi" spuntano "come una nera/ massa di dubbi che invadono il tutto".
Capostipite di questo gruppo considero senz'altro la poesia "Agosto" dove Maila ci porta in un momento magico nel quale "le fronde disegnano col vento/ ombre tremanti, smarriti fantasmi,/ inconsistenti diafani profili./Per un istante respiro l'eterno". Ancora da segnalare la poesia "Respiro la sera". Bastano tre righe per farci intendere la profondità poetica raggiunta da Maila: "Respiro la sera sul confine / del nulla quando semi invisibili / sono le parole prima che le scriva".
Invito a leggere un testo come "Non distinguo" dove "Piante tremanti in sagome spettrali / sembrano ergersi in piedi per ripicca". Per finire (e facendo un torto ad altre poesie di questa specie) non posso non indicare "Trema il respiro", nella quale "Sugli alberi spogli, a perdita d'occhio, / l'inverno veli di brina posa. Trema il respiro nell'immobilità."
Reso omaggio a questo gruppo, peraltro godibilissimo, di poesie, ancora una volta il cuore della silloge è nelle note autobiografiche che Maila vuole trasmetterci. Stando ben attenti a riconoscere il filtro poetico con cui esalta o attutisce il reale sentimento che vuole trasmettere a noi e a se stessa. Si va così da un nutrito gruppo di poesie in cui il sentimento dominante è la Nostalgia e/o Malinconia, riferita al bel tempo che fu nella giovinezza, come pure ad amori rimpianti e svaniti, alla perdita di persone care.
La poesia che più di tutte trasmette ed esalta questi sentimenti è quella che Maila chiama, non per caso, "La mia vita" dove la poetessa, non riuscendo ad addormentarsi come le capita sempre più spesso "vago negli anni e nei ricordi". Ci si potrebbe aspettare un ricordo di persone o di avvenimenti, invece la nostalgia riporta ancora una volta Maila al suo mare dove "la risacca schiumava le caviglie / con il mormorio sommesso delle onde".
Non appaiono immagini in questa descrizione ma ancora e solo mare e tempesta. "Gli occhi già aprivo in una stanza / curiosamente silenziosa e fioca... Alla fine è scoppiata la tempesta". In questa, che è sicuramente la più lunga e la più evocativa della silloge, il ricordo riesce ad incontrare solo la natura allo stato più duro: "Passo sotto il ponte del cavalcavia / in un tempo grigio che rischiara /a stento un cielo tempestoso..." Gli umani sembrano scomparsi o ridotti ad una caricatura: "...Solo appare / qualche sagoma spettrale, gente che / va come chi raccoglie le conchiglie".
Alla fine la nostalgia si trasforma in amarezza ("Alla fine mi volto sconsolata / appoggio la testa sul cuscino"), in questa che è sicuramente la più intima e bella della raccolta. Sono molte le poesie cui mi sono trovato a scrivere sotto la parola "nostalgia" e altrettante quelle sotto le quali ho scritto "malinconia". Di queste ultime cito solo "Un sentore impercettibile", quella che meglio, secondo me, rappresenta un sentimento così struggente e vorrei dire tipico della grande poesia. Leggetela e capirete da voi cosa significa per Maila "un sentore/impercettibile di fuochi spenti", semplicemente fantastica!
C'è in questa, come in molte altre poesie, una caratteristica che non può sfuggirci: l'insonnia! Maila scrive molte delle sue più belle frasi e ci trasmette i sentimenti più forti quando, come ci dice nella bella poesia "Di notte", "Quando il senso dei rimpianti è forte / fluttua il sonno sopra la mia testa /...ma non scende... di notte non sembra mia la casa / Con occhi di ladro tutto scruto... E niente voglio davvero riavere" .
Eppure, nonostante le amarezze, la nostalgia, i rimpianti che percorrono tante poesie della silloge, Maila non vuole arrendersi all'evidenza della vita che le è toccata. Neppure quando la solitudine la assale e fa crescere il lei l'amarezza. Emblematica la poesia "Bene o male", bellissima: "Bene o male il giorno sopravvivo / ...invece nel cuore della notte / ...stormi di fantasmi / alati trapassano le tenebre / sui sentieri invisibili dell'ieri... / Eccole, le vedo le persone / che ho tanto amato e non ci sono più. / Le mani restan vuote. E sono sola."
Tuttavia Maila non si arrende e in tutta la silloge si alternano questi momenti di nostalgia, di insonnia, di senso di solitudine, a momenti di speranza e "in cerca ancora di armonie composte / e di un frullio di ali spensierate" (L'Ultima eco - (compleanno) ). Maila ci confessa che ha imparato perfino a combattere i momenti di scoramento. Nella breve ma intensa poesia "Reduce" ci confida come lei, "veterana della malasorte / Ho costruito ormai anti corpi grossi/come le pantegane dentro il fiume / Se cammino triste e a spalle basse / l'animo invadono e senza pietà / distruggono le paure come niente".
Nella sua battaglia contro la solitudine e il senso di sconforto che spesso la abbattono, irrompono tuttavia le novità della sua vita. Emblematica la poesia "In quarantena", dove, proprio per l'isolamento imposto dal Covid "Là fuori il mondo gira piano ...a volte m'attraversa l'idea strana/ di essere abbandonata sul pianeta / Poi sento voci fuori della porta. / Apro e vedo, sfuggenti ma reali, / mia figlia e i miei nipoti sorridenti/ che, indaffarati, salgono le scale. / E per qualche tempo, questo basta!"
Dunque c'è qualcosa e qualcuno, soprattutto, che sta a cuore a Maila tanto da farselo bastare per uscire dalla tristezza e dal senso di abbandono. Ma ci sono almeno due altre cose che concorrono a combattere il senso di solitudine e il pessimismo della grande poetessa. "Le emozioni si frangono come onde/ su una spiaggia...Solo, è assoluto/ il silenzio della casa vuota,/eccetto i cani. Ma sono in pace". In questa poesia, "Anomale correnti", entrano per una delle poche volte in scena "i cani", che, per chi la conosce, sa quanto concorrano a rendere meno agra la vita di Maila.
Infine, c'è un altro soggetto, forse il più importante per questa poetessa speciale, e lo si capisce in una delle più belle e intime poesie dell'intera silloge: "Tienimi con te". "Leggimi ogni tanto. Tienimi con te,/se non ti sarò accanto di persona./...Tienimi con te, non mi far sparire..." Chi è in questa poesia che Maila sta cercando? E perché lo cerca? Forse nelle risposte a questi interrogativi si trova gran parte della logica di questa bellissima raccolta.
Abbiamo visto fin qui come in questa silloge Maila oscilli tra un pessimismo e un senso di abbandono, anche per il tempo che passa, e una reazione che, insieme alle sue persone o cose care di questa fase della vita, le impediscono di abbandonarsi a quel "pessimismo cosmico" tipico di alcuni dei nostri maggiori poeti. Ecco allora una risposta possibile: Maila sta parlando alla persona a cui tiene di più, il suo lettore. È a lui che sta parlando ed è a lui che chiede "Tienimi con te, non mi far sparire".
Ma perchè ci tiene così tanto a non essere abbandonata dal lettore? "Ho paura del buio che dissolve, quello che/spenge l'essenza di chi è passato senza/lasciar di sè traccia sulla Terra". Ecco qualcosa che forse Maila non ci aveva mai detto così esplicitamente. Ce lo aveva sussurrato in qualche altra poesia: "Pochi sanno che nelle notti scure/un bagliore c'è sempre. È il vento/che raccoglie le anime assonnate/e le accompagna in viaggio per le stelle" (Quando la luce). O ancora "In paziente attesa resto di un dio/che rovesci una caraffa di luce/scintillante fra le nubi grigie/ e oltre quelle luccichi l'eternità". (In paziente attesa).
Dunque, sembra suggerirci Maila con questa nuova, in molti sensi, silloge, ascoltate con me i fantasmi e i dolori del passato. Ma non disperate. La poesia (o l'arte in generale?) possono ancora salvarvi e impedirvi di passare sulla terra "senza lasciare traccia di sè" . Tutto ciò non ci impedisce di soffrire, ma ci sprona a dare il meglio di noi! In tempiu come quelli che viviamo non possiamo che dire: "Grazie Maila, grande poetessa e grande maestra di vita!"
Renato Campinoti
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