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23 novembre 2025

Ilaria Pizzini: La strada della madonnina

 



Ilaria Pizzini: La strada della Madonnina

"ci sono cose che non verranno mai assegnate all'oblio" (Haruki Murakami)

Breve, essenziale, emozionante, si potrebbe definire questo bellissimo racconto di Ilaria Pizzini, non dimenticando di aggiungere: ben scritto. Ma se questi sono i pregi per così dire letterari di questo lavoro di Ilaria, non meno importanti sono i contenuti su cui si basa la sua "Strada della Madonnina". In breve, un soldato dell'esercito americano, con origini paterne italiane, feritosi a seguito di un lancio col paracadute, dopo lo sbarco degli alleati in Sicilia e la risalita fino al nord, nel pavese in particolare, e trova riparo dalla furia nazista e fascista nella casa, anzi nella stalla di contadini italiani, di Carlin e Gelsomina, con due figlie Monica e Angela.  Saranno proprio loro, Gelsomina e Carlin che, assumendosi un grosso rischio, permetteranno a quel soldato, James d'Aquino, Jim per tutti, di stare riparato e, con l'aiuto di Gelsomina, di riprendere il controllo della gamba e dell fianco danneggiati dalla caduta. "Sono profondamente consapevole del rischio che Carlin si è preso...e questo mi deve spingere a sforzarmi per guarire in fretta anche se i giorni che sto passando qui...sono un balsamo per il mio cuore". Senza tanti giri di parole l'autrice ci fa capire che Carlin, pur rimasto con la famiglia, è in contatto con i partigiani che combattono i nazifascisti e che Jim ha capito le ragioni di fondo che l'hanno spinto ad arruolarsi nell'esercito americano per liberare la patria dei suoi antenati dalle dittature  sanguinarie. Alla guarigione e al commiato dai suoi salvatori, Jim si ripromette di ritornare, appena sarà possibile, a guerra finita, a trovare quella generosa famiglia in Italia. Seguono poi pagine molto belle che ci portano nel periodo della crescita delle figlie di Carlin e Gelsomina, nelle loro avventure milanesi, dei successi lavorativi e di qualche insuccesso sentimentale. In paralello c'è la famiglia di Jim che, tornato a casa a Kenosha nel Wisconsin, sposa Marjorie, insegnante, da cui avrà una figlia che chiamerà Jasmine, in italiano Gelsomina! A nessuna delle donne, da Clara a Angela, a Monica, la nipote adottata dai nonni Gelsomina e Carlin, viene mai meno l'affetto per quei vecchi così cari e pronti per ogni loro difficoltà. La strada della Madonnina, così chiamata per la presenza di una vecchia edicola di legno, con una statuina della Madonna altrettanto invecchiata, è il luogo delle loro prime passeggiate e rimarrà il loro comune luogo del cuore. Si arriva così agli anni settanta, al boom economico e alla nascita, nella Milano del miracolo, dei sarti e delle sarte che vestono decentemente "i nuovi ricchi che si stanno diffondendo alla velocità della della luce e sembra crescano insieme ai loro capannoni in Brianza". Ma si dovranno aspettare gli anni novanta perchè qualcuno dall'America mantenga la promessa che Jim ha fatto al momento del suo rientro in patria. Questo qualcuno sarà Jasmine, sua figlia che, appena sbarcata a Roma, troverà nuove amicizie e, infine, la famiglia di Gelsomina e le ragazze ormai madri e prossime nonne loro stesse. Sono, queste, le pagine forse più belle e emozionanti del racconto di Ilaria e ne lascio perciò ai lettori la lettura e la valutazione. Per me, una lezione della capacità di coniugare ricordi, buoni sentimenti e vita reale. Complimenti all'autrice, in attesa della prossima fatica.

 Renato Campinoti





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