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13 agosto 2025

Pierluigi Bersani: "Chiedimi chi erano i Beatles"

"La generosità è la materia prima della politica".
Rivolgendosi con questo linguaggio alle giovani generazioni Bersani è sicuramente uno dei politici che può dirlo senza il rischio di contestazioni o altro. 
Prima di giungere alla politica e a ciò che gli sta più a cuore, un PD in cui è tornato a riconoscersi con la segreteria Schlein, Bersani offre una chiara e pensata ricostruzione storica delle vicende politiche italiane, europee e mondiali, che sono anche un esempio di capacità di sintesi senza perdere la chiarezza delle conclusioni. 
Di particolare efficacia la ricostruzione sulle ragioni che portarono i nostri costituenti a incardinare la nuova Costituzione "fondata sul lavoro", come altrettanto chiara la reazione della destra neofascista e reazionaria proprio su questo punto con la discesa in campo del mondo del lavoro a difenderne il valore fondativo: "Anni di repressione e di mafia. Dal 1944al 1960 in Italia sono stati uccisi ventotto sindacalisti e undici segretari di Camera del lavoro". 
La parte più pregnante di questo interessante saggio storico/politico, arriva quando, con la crescita del mondo sindacale e delle sinistre, il PCI in primis, si assiste a quella "strategia della tensione" che ha già fatto vittime in Grecia e ha basi nella Spagna di Franco e nel Portogallo di Salazar. Saranno Moro e Berlinguer che, piuttosto che stare solo sulla difensiva, prendono l'iniziativa cercando "il contropiede allargando la base democratica del sistema". 
Siamo al Compromesso storico e a quello che, pur sconfitto, rappresenterà al momento dell'idea, delle ragioni e dei valori alla base della nascita del PD. Naturalmente Bersani, da uomo di pensieri lunghi, non trascura certo, in questo periodo, gli avvenimenti mondiali, la guerra in Europa Trump negli USA e la necessità di accelerare una più forte ed efficace integrazione europea "che torni a parlare al mondo"
Così come particolarmente efficace è l'analisi delle nuove tecnologie e lo stesso impatto sulla vita politica. Naturalmente non poteva mancare da parte sua lo spunto per una riflessione sulle autonomie locali e in particolare sul rapporto Stato-Regioni anche per battere la sciagurata iniziativa governativa dell'autonomia differenziata. 
E c'è infine una riflessione che dovrebbe essere più valorizzata proprio dal mondo dell'associazionismo e del volontariato cui è rivolta. "C'è politica fuori dai partiti" porta il titolo questo capitolo. Un civismo inteso come "Sensibilità per le esigenze della comunità in cui il cittadino vive"..."Si tratta," tornando al PD, "di progettare nel futuro i ponti fra una politica più solida e la politicità di formazioni comunitarie autonome, destinate a moltiplicarsi in una società più complessa e differenziata ". 
Si può, come sempre, non condividere ogni singola riflessione, ma non si può non ringraziare Bersani per averci fornito tanta e profonda materia per continuare a sperare in un cambiamento non solo politico ma, soprattutto, valoriale di questo nostro Paese. Che è anche questo, un modo efficace di fare politica.

Renato Campinoti  

 

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