Pur senza le pretese di indagine sociale o di disvelamento
psicologico di cui si vantano spesso gli scrittori del genere, resta questa una
godibilissima lettura estiva, non priva di spunti interessanti.
Al centro della scena c'e’ ancora lui, Manrico Spinori, il contino, con la sua passione per l'opera e per i collegamenti con i casi che è chiamato ad affrontare. Insieme a lui, in una posizione sempre meno secondaria, i personaggi della sua squadra, quasi tutte femmine, che, vuoi per coraggio e intuito, come la Cianchetti, vuoi per competenza tecnica, come la Orru, contribuiscono in maniera importante alla soluzione del caso.
Questa volta, come anticipa il titolo, la vicenda si intreccia col mondo dei grandi Chef e di quelli che vorrebbero diventarlo. Il tutto finirà per ruotare intorno all'impazzimento dei clienti di un noto (e carissimo), ristorante romano con la presenza di uno dei più noti chef del momento.
La presenza prima di un morto tra i clienti della sera "pazza", poi di un altro cadavere rinvenuto lontano da lì ma molto legato a quel ristorante, finiranno per trasformare il racconto ironico di una serata strana, in una vera e propria tragedia da risolvere con non poche difficoltà. Lo stesso contino, per quanto bravo, sbanda più volte prima che dal gruppo vengano dritte che lo indirizzeranno nella giusta direzione.
Tra l'altro il racconto si intreccia con vicende che potevano meritare anche una più approfondita trattazione. "L'indice di gradimento della corporazione togata non era mai caduto così in basso. E la tendenza all'inabissamento non accennava a invertirsi". Avendo retrodatato gli avvenimenti al 2019, ci potevamo aspettare un recupero e un rilancio forte di tale tematica, che francamente non troviamo nella successiva parte del racconto. Restano forti i riferimenti familiari, a cominciare dalla madre, donna Elena, ludopatica incorreggibile, che anche stavolta darà un gran da fare al contino figlio. Anche questo tema della ludopatia negli anziani, spesso soli e con scarsi collegamenti sociali, meriterebbe di uscire dell'isolamento del singolo caso e lanciare un più forte e pertinente allarme.
Da notare, infine, una minore presenza, soprattutto con riferimento agli avvenimenti, delle amate Opere, accompagnata tuttavia da una più marcata propensione di Manrico Spironi verso le donne, non disdegnando neppure l'approccio occasionale. Nuovo, in questo senso, il parallelo con le vicende amorose del figlio poco più che adolescente, che sembra anche lui poco propenso ai rapporti stabili. Naturalmente il fiuto poliziesco dell'uomo prevarrà anche questa volta nonostante i ben visibili tentativi alla riconversione economica cui si dedicano molti del gruppo che ruotava intorno al grande Chef.
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