Piacevole ed originale questo snello libretto di un grande della letteratura giapponese, con già alle spalle una bella mole di pubblicazioni e, data la ancora giovane età, in grado di regalarci nuove esperienze letterarie.
Interessante l'idea di questo tutto sommato giovane protagonista, postino per scelta, solitario per caso, mamma deceduta, in crisi col padre, che un giorno scopre di avere un tumore in fase terminale. Il Diavolo ne approfitta per proporgli un classico "patto": per ogni cosa che decidi di far sparire dalla mondo ti regalo un giorno di vita in più.
Si comincia con i telefoni, soprattutto quelli cellulari, la cui sparizione sembra avere anche dei lati positivi, soprattutto con lo sviluppo del digitale e con la schiavitù cui ha costretto le persone verso il proprio telefonino. Guadagnato così un faticoso giorno in più di vita, si passa ad ipotizzare la scomparsa dei film, grande amore del protagonista, che comincia a soffrire di questo gioco imposto dal diavolo.
Soprattutto qui la vicenda si intreccia con una ex fidanzata impegnata nella gestione di una vera e propria sala cinematografica, che il protagonista ritrova e verso la quale sembra avere dei rimpianti da scontare. Ma il punto critico si raggiunge quando il diavolo propone di far scomparire i gatti come condizione per allungare ancora la vita del protagonista.
Qui la storia si intreccia col ricordo doloroso della mamma del protagonista che col suo "per avere qualcosa bisogna sacrificarne un'altra", detta il tema di fondo di questo apparentemente leggero, in realtà pungente e stimolante racconto.
È a questo punto, quando il protagonista non riesce a prendere una decisione, che si fa strada un approdo più significativo della sua riflessione. Il Diavolo, che ha tutto l'interesse a totalizzare il massimo di cose scomparse dal mondo, di fronte alla reticenza del protagonista ("Non ho intenzione di far scomparire più niente") lo stimola a ripensarci: "Ma potresti vivere ancora a lungo". E nella risposta che il giovane da al Diavolo, si condensa tutta la filosofia del racconto: "Lo so, ma vivere di per se non conta molto. Quello che conta veramente è il modo in cui si vive".
Poco dopo anche la figura del Diavolo, rappresentato fin qui come un personaggio in carne ed ossa, sfuma in una ben diversa rappresentazione. "Il Diavolo esiste esclusivamente nel cuore e nella mente di voi esseri umani... E, a quanto pare, il diavolo che c'è nel tuo cuore ha le tue sembianze".
Un finale, di cui non dirò altro ovviamente, che rafforza l'impressione che questo notevole libro ci trasmette fin dall'inizio: buona e scorrevole scrittura, ritmo notevole e una filosofia di vita che non andrebbe mai smarrita.
Renato Campinoti
Renato Campinoti
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