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15 gennaio 2025

Margaret Atwood: Il racconto dell'Ancella

 

Margaret Atwood: Il racconto dell'Ancella

Il ruolo della donna/oggetto da riproduzione, emblema di un regime totalitario

Non è questo un libro facile da leggere, se non si ha l'umiltà di farsi coinvolgere dal mondo nel cui contesto la bravissima Atwood inserisce questo romanzo/cronaca, come scopriamo nell'appendice "storica" posta a conclusione di quasi quattrocento pagine. Una volta assunto il mondo che ci viene descritto dall'autrice, allora la narrazione comincia a produrre la necessaria curiosità e ci fa vedere con lucidità come potrebbe essere, attraverso la condizione della donna, l'evoluzione in senso totalitario del nostro mondo. E ci pare addirittura naturale che anche la prassi religiosa, pur mantenendosi nell'ottica della religione cattolica, sbocchi in una versione teocratica (molto simile a ciò che oggi vediamo nel mondo islamico), a supporto del regime e dei suoi potenti "comandanti". La scrittrice decide di usare il genere della fantascienza per lanciare un forte grido di allarme su ciò che potrebbe accadere al mondo (anche gli uomini sono divisi in vincitori e vinti) a cominciare dall'iconico ruolo della donna. Si potrebbe dire che la più forte contrapposizione di tale ruolo si rivela comparando ciò che l'Ancella ricorda della madre quando la metteva in guardia sull'affidare ad un uomo il proprio futuro. "Un uomo è semplicemente la strategia di una donna per fare altre donne", diceva sua madre quando, prima della trasformazione in un regime teocratico degli USA, la figlia/Ancella le confessa il proprio amore per un uomo. "Mi spalmo il burro sulla faccia...Non ci sono più lozioni per le mani o creme per il viso...sono considerate una vanità. Noi siamo dei contenitori, è solo il dentro dei nostri corpi che è importante". E qui emerge il cuore di questo libro denuncia. Dopo una vicenda nucleare che ha ridotto alla sterilità gran parte delle donne, i vincitori insraurano un regime che riduce le donne fertili ad Ancelle dedite a procreare figli per le mogli dei Comandanti, con un regime talmente repressivo che espone al pubblico quelle donne che vanno fuori dalle regole o pretendono delle libertà per loro stesse. Naturalemnte analoga fine fanno pure gli uomini che si mettesssero in testa di aiutare le donne nel rifiuto di tale stato delle cose. Naturalmente, nonostante il carattere poliziesco del regime che viene descritto (anche alcune donne, le cosiddette "Zie", vengono ingaggiate a questo fine) la stessa Ancella, come qualche altra sua amica, trovano il modo di affermare una loro individualità Alcune la pagarenno a caro prezzo. Non pare così per l'Ancella che ci regala questo bellissimo racconto. Ma qui rinvio al lettore e alla sua curiosità la scoperta dell'evoluzione degli avvenimenti. Dico solo che trovo geniale le "Note storiche su Il racconto dell'Ancella", poste al termine del libro. E consiglio vivamente il lettore di leggerle solo al termine del libro. Una autrice, insomma, la Atwood che merita di essere ulteriormente conosciuta attraverso le sue opere.

Renato Campinoti



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