Giunto alla soglia dei 75 anni anche lui, il rivoluzionario per molti, il maestro per altri, sente anche lui il bisogno di fare i conti con la vecchiaia che, come scopre fin da subito "contiene vastità sconosciute alle età precedenti. Concludo che questo è il mio tempo migliore".
Lui, Erri De Luca, va alla scoperta di questo tempo, quello che già con il titolo chiama l'età sperimentale, in compagnia di una donna, anch'essa incamminata verso quell'età, molto affascinante e di cultura poliedrica, che ha accompagnato il suo ruolo di modella e di musa dell'alta moda, con scorrerie letterarie e culturali. Si tratta di Ines de la Fressange, amica dello scrittore e sua appassionata seguace.
"Caro Maestro", sentirà il bisogno di dirgli a un certo punto del dialogo scritto, "no, non ti ci puoi sottrarre, è un appellativo che non si sceglie, anche se tu te ne stupisci, per gli altri è evidente che lo sei."
Iniziano così (più lui che lei, per la verità) a ripercorrere concetti e momenti di questa parte della vita, consapevole che "è il vento, non il fiume, a somigliare all'esistenza, tra raffiche e bonacce." Naturalmente De Luca ripercorre anche alcune tappe cruciali della propria esistenza, come la brusca uscita dalla famiglia e la scelta del lavoro al posto della più comoda vita da studente. "Più tardi, ci confessa, avrei trovato l'accampamento dei rivoluzionari".
Dopo questo richiamo, tuttavia gli autori cercheranno di concentrarsi sull'invecchiamento. Sarà proprio Ines a invocare di non rifarsi a "persone che negano il passare del tempo o che, peggio, si mascherano fino a sembrare vecchi pagliacci... Forse l'ultima rivoluzione a cui possiamo partecipare è proprio questa: insegnare che si può essere diversi da come si era un tempo, ma comunque felici". Poco dopo sembra risponderle l'amico (amico soltanto?) De Luca: "È dato per scaduto e per spacciato l'amore degli anziani, sconveniente, abusivo. Non mi scoraggia la diceria. Amo in ogni modo, a ventaglio aperto, sfaccettato di affetto, ammirazione, pensieri da poesie e da cioccolatini".
Andando quindi alla scoperta della vecchiaia: "Nuova la lentezza che accompagna i miei gesti, e non è rallentamento ma misura di migliore precisione... la vecchiaia era per me quella discesa... Ora so che il suo moto è in salita". Ripensando ai tanti lavori manuali che De Luca ha fatto in gioventù, gli viene di guardarsi ora, in questa età avanzata: "Ogni tanto mi guardo le mani. Vedo che sono invecchiate... Sembrano calme, come vissute a sbafo. Invece hanno guadagnato ogni boccone e da loro dipende pure questa pagina. Le stringo volentieri ad altre mani anziane. Con quelle giovani ho lo scrupolo e il dubbio che pensino che la vecchiaia sia una malattia contagiosa".
Dopo altri paragoni con le sue esperienze come la traduzione dell'antico testamento di cui (lui ateo convinto) è maestro, De Luca ci porta alla conclusione di queste sue riflessioni (o confessioni?) sulla vecchiaia in cui è entrato, prendendo a prestito (come poteva non accadere?) il "De senectute" di Cicerone. "È una confutazione della decadenza fisica e mentale, ma evitando 'naturae repugnare', di opporsi alla natura".
Da qui la presa di coscienza di un comportamento corretto per affrontare al meglio questa età, "quando nessuna generazione prima di questa ha raggiunto la vecchiaia in così numerosa formazione e in uno stato così attivo, e questo la rende oggi un'età sperimentale."
La conclusione è quella cui giungono tutti quelli che fanno, come De Luca e Ines de la Fressange, una seria e pacata riflessione su dove sono arrivati e dove possono andare. Soprattutto come: "L'esercizio fisico va di pari passo con l'allenamento mentale. La lettura di un libro, l'enigmistica, il gioco... la ripetizione a memoria di un reporterio di poesie: tutto concorre alla disciplina quotidiana che rinnova l'efficienza". E infine l'ultimo suggerimento, che si può estendere ad ogni forma di aggregazione sociale e di comunità: "Da giovani abbiamo conosciuto l'esperienza delle comuni. Si può riprovare, se la solitudine intristisce".
Renato Campinoti
Renato Campinoti
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