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13 agosto 2024

Loriano Macchiavelli: Delitti senza castigo

Loriano Macchiavelli: Delitti senza castigo

Quando il giallo incontra la storia e la memoria

Si dice che il genere giallo è uno strumento efficace per sondare la società. Chi meglio allora di Loriano Machiavelli, uno che il genere l'ha inventato in Italia, per raccontarci le molte cose che avvengono nella Bologna degli anni '90 o che sono avvenuti nel passato?
"Se vogliamo dire la verità, e qualche volta la dovremmo pur dire, la situazione nella quale si trova questa città non la si deve esclusivamente a ≪quelli del tacco≫, come li ha chiamati l'oste razzista. Sono accaduti fatti che hanno coinvolto un pò tutti, dal tacco alle Alpi, compresi gli stanziali..."
Dopo averci fatto vivere varie vicende, di droga, di calcio malato e di chissà cosa altro. Machiavelli si concentra, col suo sergente Sarti Antonio, sulla violenza verso Settepaltò, un semi barbone che vive di piccoli sgomberi insieme al collega Gigante, menato a sangue da un personaggio grosso, calvo e con una "auto da signori" targata Catanzaro. Accanto al sergente appare la figura di Rosas, detto il talpone per le spesse lenti di cui è dotato.
Sarà Rosas, alter ego culturale del sergente, a far notare al questurino: "Forse non te ne sei accorto, ma stiamo vivendo gli anni dello stragismo". 
È lungo l'elenco che il talpone sciorina all'amico questurino, dalla strage di Capaci, a via D'Amelio, dai Georgofili a via Palestro, a piazza San Giovanni in Laterano all'autobomba al Velabro ecc... Inoltre, aggiunge Rosas, "Bologna non è più l'isola felice sazia e disperata, come va pontificando il tuo cardinal Buffi, caro il mio questurino". 
Molto bella la lezione sul "cui prodest" che Rosas impartisce all'amico poliziotto e che lui, alla ricerca del colpevole della bastonatura del povero Settepaltò, finirà per ripetere alla bella Elena, moglie di un ricco affarista calabrese che ha sposato questa giovane titolare di una bella villa sulle colline bolognesi.
Sugli ingenui e ambigui rapporti di Sarti con la bella signora non mi dilungo, lasciando al lettore le sorprese del caso. Anche perché da qui passano le vicende più interessanti del bellissimo racconto di Machiavelli che riesce benissimo nel difficile compito di collegare il tempo delle stragi nere, che contribuiscono a cambiare l'umore della Bologna di Antonio Sarti... ("quella che era un'isola felice ed è diventata... come le altre città") con le colpe storiche dei fascisti e dei loro alleati nazisti. 
Compito apparentemente arduo che solo uno scrittore di grande spessore culturale riesce a svolgere brillantemente. Tanto più meritorio oggi, 2024, quando con superficialità, per non dire di peggio, si cerca di declassare a attacco a una banda di vecchietti nazisti l'intervento dei partigiani in via Rasella. 
Tanto più grave se tale aberrazione è fatta dalla seconda carica dello Stato. 
Importante anche il fatto che l'autore contribuisca alla memoria dell'eccidio di Casteldebole, perpetrato dai nazisti nella notte tra il 29 e il 30 Ottobre del 1944 sulla riva del fiume Reno e a ricordare le gravissime colpe dell'ufficiale nazista Reder che, proprio in quegli anni, qualcuno pensò che potesse essere graziato rispetto all'ergastolo comminatogli dal tribunale. 
Naturalmente, insieme ai personaggi principali che abbiamo ricordato, non si possono non citare altri personaggi di particolare rilievo. Un paio su tutti. Il primo è sicuramente Ziraffè, il nonno di quel giovanissimo Salvo che gioca benissimo a calcio e che sarà vittima di chi vorrebbe costringerlo a indirizzare le sue qualità sportive verso quelle scommesse clandestine e lucrose che, vedremo negli anni diventare un vero e proprio cancro dello sport e che faranno dire a Salvo: "Ma che razza di mondo è questo, Ziraffè, se non posso neppure divertirmi a giocare a calcio?". 
L'altra figura che non si può scordare è quella di Ugo lo zoppo, Poli Ugo, un bravo poliziotto che, a causa di una malformazione ad una gamba durante un'azione di polizia, viene ingiustamente relegato nell'archivio della Questura con la carica di vicequestore aggiunto. Da tale postazione, tuttavia, dimostrerà di saper contribuire non poco alle indagini dei vari delitti, perché, come ricorda allo stesso Sarti "nel nostro mestiere con servono due gambe buone. Serve un buon cervello. E pazienza. Molta
Sarà quest'ultimo che, genialità di Macchiavelli, ci inviterà a non dimenticare quei "delitti senza castigo" che l'autore ha disseminato a supporto dei cambiamenti in atto in città, ergendosi, Poli Ugo, come il prossimo protagonista delle indagini di questo geniale autore, che non caso troverà in un Guccini il degno collaboratore delle sue future opere.

Renato Campinoti

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