Pagine

07 agosto 2024

Gian Andrea Cerone: Le conseguenze del male


 


Gian Andrea Cerone: Le conseguenze del male

Quando il male cambia la vita dei più fragili: un capolavoro!

Dei libri che ho letto di Cerone (tutti di grande spessore narrativo) questo è, secondo me, il suo capolavoro. Naturalmente in attesa degli altri! Come parlarne senza dire troppe cose al lettore intenzionato a godersolo da solo? Partirò mettendo in fila alcuni dei pregi più significativi di questo immenso (oltre 500 pp.) e significativo lavoro di Cerone. La prima cosa che mi sento di elogiare del libro è la "geografia": si perchè Cerone, da grande scrittore quale è, sa che la prima regola di un libro che parla al presente è la conoscenza dei luoghi in cui si svolgonoi le vicende narrate. Non solo, ma è importante mostrare il rapporto tra l'evoluzione che ogni luogo subisce anche nei pochi decenni di una trama come questa e i cambiamenti di struttura sociale e di nuove consuetudini che investono gli abitanti di quella realtà.  Basterà riportare poche righe di pagina 200 del libro, quelle che parlano di Villa Lonati: "è un luogo affascinante, un quadrilatero verde assediato dalle rotaie della ferrovia e dai padiglioni dell'ospedale, una porzione dell'antica Milano nel bel mezzo di una zona urbanizzata e periferica. Un raro esempio di cascina lombarda a corte del quindicesimo secolo...". Poche pagine prima, l'agente Santosuso ricorda "la nostra caserma vicino a sant'Ambrogio, che tra l'altro si chiama Caserma Garibaldi...Ė lì che ho servito il pranzo di Natale per i senzatetto...Poveretti, dotto',...là fuori ci sta tanta gente che soffre". in questa frase si avverte già il rapporto tra luoghi e problemi sociali, del resto espresso già con dovizia di particolari in molti passaggi del libro. Emblematico, in questo senso, il passaggio a pag. 390 e seguente: "Lui, il Dottore, ha la tipica faccia del giovane squalo milanese...che puoi trovare seduta dietro la scrivania in uno di quegli scintillanti uffici-acquario che dominano i moderni quartieri della città: City Life, Isola, Porta nuova". Ma subito dopo lo scrittore aggiunge: "scenari in cui i ricchi si mescolano alla classe media in cerca di emozioni in saldo, tra pattuglie di invisibili che elemosinano il pane quotidiano agli angoli delle strade".  Dunque in primis, la lezione della "geografia" al servizio del racconto e mescolata con esso. Viene da pensare ai migliori racconti di Simenon nella Parigi di Maigret e ai difficili confini tra il bene e il male nei suoi personaggi! Ma c'è un altro tema che impregna di sé tutto questo impegnativo romanzo: è il filo sottile che corre tra il poliziotto di razza e di rango, in questo caso il Commissario Mandelli (e il suo vice Casalegno), e i personaggi "storici" della malavita milanese e della Brianza (in questo caso soprattutto il Fetta!) i quali, dopo duri scontri e prezzi pagati, sanno riconoscere l'uno nell'altro quel quadro di valori (compresa l'importanza della parola data), che li porta a combattere, pur su sponde diverse, battaglie affini e comuni. C'è in questo qualcosa che ricorda molto da vicino i personaggi di Carlotto, dall'Alligatore agli altri. Con la differenza che in questo caso, come scoprirà da solo il lettore, Cerone ci dice che talvolta le cose possono cambiare, e cambiare in peggio. Qui sta forse il vero senso del titolo stesso del libro, enucleato con chiarezza a pag.271: "Le conseguenze del male presentano sempre il conto, e dopo averlo pagato nulla è più come prima". Concetto chiarissimo, ma che tutti i lettori, compreso il sottoscritto, capiranno solo quando chiuderanno questo libro! Passiamo allora ad un altro filone che contribuisce non poco a fare di questo volume, come ho detto e ripeto, un capolavoro nel suo genere. Mi riferisco alla naturale pietà dei protagonisti principali, il Commissario Mandelli per primo, verso le vittime del Male, quello appunto con la M maiuscola e che in questo caso si manifesta all'ennesima potenza.  Una prima volta il male colpisce perfino chi è abituato a vederne le conseguenze. "Una giovane carabiniera scoppia a piangere e si allontana dal gruppo inseguita da un premuroso collega. Alcuni volontari la imitano in silenzio. Lacrime sincere solcano i visi sconvolti di chi, prima di allora, non aveva mai visto il male in azione". Più avanti toccherà a Mandelli leggere negli occhi di una vittima "la sofferenza sincera dei perseguitati. È sempre così, il male subito si trasforma in una maledizione che non ti lascia mai, e prima o poi ritorna". Ma un capolavoro non può sottrarsi neppure dal vedere il rapporto malato tra lo stesso ordinamento della polizia e le sue commistioni con il potere politico. Il rischio permanente che prevalgano gli inetressi di qualche cattivo politico sulle pur evidenti qualità dei dirigenti della polizia. Ma Cerbone non ci sta a far prevalere tale logica e...il lettore vedrà da solo come reagisce un corpo di polizia quando è sano e mosso solo dal desiderio di far bene il proprio mestiere. Insomma, anche in questo, una boccata d'aria sana che ci incoraggia a uscire dal pessimismo in cui i fatti e le vicende sociali rischiano continuamente di farci cadere. Allora grazie anche di questo grande Cerone!          

Renato Campinoti

Nessun commento:

Posta un commento