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15 aprile 2024

Vannino Chiti: Dare un'anima alla sinistra, idee per un cambiamento profondo

"Un nuovo umanesimo": cornice, valori e identità di una sinistra rinnovata.

Si chiude questo ricco e generoso volume di Vannino Chiti e se ne esce, da persone ancora impegnate nel sociale, meno smarriti e delusi di come ci capita di essere dietro alle cronache quotidiane. Al tempo stesso si avverte, tutta intera, la mole di impegni e di novità necessarie che vengono proposte da un personaggio che ha attraversato da protagonista molte stagioni di quella sinistra di cui, in maniera così lucida, ci addita ora i limiti, di analisi e di organizzazione interna, che rischiano, dopo le elezioni politiche del settembre del 2022, di renderla marginale e priva di attrattività. 
Da dove cominciare e, soprattutto, come impostare, una recensione che abbia l'ambizione di essere la più oggettiva possibile, pur scontando una vicinanza, certamente di stima, verso l'autore in questione? Seguendo intanto le impressioni più significative che mi ha lasciato la lettura del testo, comincerei dall'aggettivo Ambizioso. 
Chiarendo subito che interpreto questo aggettivo nel senso più positivo del termine e rinviando il lettore alla parte conclusiva dell'excursus di Chiti. Lì troviamo quello che potremmo chiamare il disvelamento delle ragioni di fondo che muovono l'autore a misurarsi su un tema così impegnativo come quello di rinnovare, alla radice, valori, programmi e, soprattutto, regole e conseguenti comportamenti interni alla sinistra e al partito che, ad oggi, la rappresenta maggiormente. "...la cornice al cui interno, per me, si colloca ogni discorso sulla sinistra... per contribuire a realizzare un mondo migliore. Mi riferisco... a quel nuovo umanesimo frutto anche del rapporto fra laici e cattolici o più correttamente oggi con tutti i credenti progressisti... non è uno slogan". Ci avverte Vannino, "la sinistra non ritroverà se stessa, la sua funzione per l'umanità, la sua anima, se non si darà un tratto di valori e identità comuni, da articolare poi programmaticamente nei continenti in cui opera". 
Faccio notare che, come risulta anche dalla sua analisi sulla situazione internazionale, l'autore guarda a questa possibile rinascita in termini mondiali, come condizione, par di capire, di un rinnovamento coerente anche nei singoli Stati! Ciò detto, per essere ancora più chiaro su questo scenario, l'autore ci ammonisce: "Senza un orizzonte condiviso non è possibile unire le classi lavoratrici, i ceti popolari, le giovani generazioni, i protagonisti della scienza e della cultura, nè si accende quella passione indispensabile per cambiare il mondo". 
Qui emerge un tratto non meno ambizioso dell'analisi di Chiti: "Un tempo quell'orizzonte si chiamava socialismo: oggi il termine è diventato inadeguato e insufficiente a contenere l'insieme di valori, vecchi e nuovi... Certo, il modello economico, la proprietà, gli strumenti per assicurare finalità di bene comune restano fondamentali, ma assumono un rilievo altrettanto irrinunciabile l'ambiente, la concezione della persona,, il valore assoluto della sua dignità, l'uguaglianza di genere, il pluralismo culturale e religioso, l'organizzazione della democrazia... Quando la sinistra avrà ricostruito la sua identità e le sue finalità, allora tornerà a incidere non in questa o quella nazione, ma nella scena del mondo". 
Mostrato, mi pare, a sufficienza il carattere Ambizioso nel senso più alto e positivo del termine, l'altro aggettivo che mi viene in mente è Documentato. Fatta la proposta principale "di una fase costituente vera che il PD dovrebbe promuovere, coinvolgendo ogni forza o associazione di sinistra disponibile, sollecitando nel confronto sui programmi anche i sindacati", Chiti passa alle "sfide da affrontare", partendo dal tema del lavoro. 
Lo fa impegnandosi in una analisi niente affatto scontata. "Il mondo del lavoro è molto complesso: accanto ai lavoratori a tempo indeterminato, ci sono i contratti a termini, i finti lavoratori autonomi come le partite IVA o i prestatori d'opera senza reale forza contrattuale. Poi il cerchio si allarga ai lavoratori precari o al nero...". A supporto di ciò l'autore porta studi recenti di esperti in materia, come porta documenti ineccepibili sulla situazione sociale e sulla crescente dimensione dello stato di povertà nel Paese: "...i salari italiani sono bloccati da anni e il 25% dei lavoratori a tempo indeterminato ha compensi che li collocano al di sotto della soglia di povertà". 
Non meraviglia allora che "Rispetto al 2005 il numero delle famiglie povere assolute è più che raddoppiato e gli individue poveri sono quasi triplicati (5.600.000 , il 9,4 %!)". 
Altrettanto documentata è l'analisi di Chiti relativamente al sistema fiscale, al suo peggioramento, in senso negativo per i redditi più bassi e sull'aggravamento ulteriore che porterebbe una riforma come la flax tax. 
Particolarmente documentata è l'analisi che l'autore, ripresa dai dati OCSE, propone per evidenziare il rapporto tra carichi di lavoro e crescita delle morti sul lavoro: "In Italia più del 60% dei lavoratori è impegnato oltre le 40 ore e nel 2020 il 7,8 % di chi aveva più di 15 anni lavorava 49 ore. Peggio di noi c'è solo Malta con 9,5 e l'Irlanda col 9,3". 
Ancora più accurata l'analisi di Chiti relativamente al progressivo processo di privatizzazione dei più importanti capisaldi dei diritti sociali come l'istruzione e la sanità. Su quest'ultima in particolare l'autore evidenzia, anche qui sulla base di dati OCSE, che l'Italia "ha una spesa sanitaria pro capite di 2.473 euro... nettamente inferiore di Francia e Germania, che registrano rispettivamente 3.644 e 4.504 euro... Resta poi il divario tra la quota del PIL che l'Italia destina alla sanità e quelle di Francia e Germania: noi il 6,4, la Germania l'11,7, la Francia il 9,4.
Andando avanti nella sua analisi dei punti di criticità del nostro Paese, Chiti passa ad affrontare i problemi della democrazia, della necessità, anche qui, insieme di una difesa e di un rinnovamento che non intacchi i capisaldi dettati dalla Costituzione. Particolarmente documentate le analisi relative alle proposte sul presidenzialismo e sulla "autonomia differenziata". 
Chiti dedica quindi una particolare attenzione ai rischi di un uso strumentale e di "controllo sociale" relativamente allo sviluppo dei social e alla raccolta sempre più intensa dei dati personali ai fini commerciali e di profitto. 
Ma ciò che emerge con evidenza, a cominciare da questi capitoli del volume, è il carattere delle proposte che Chiti avanza che, pur in un'ottica di realismo politico, evidenziano una natura Radicale (ecco l'altro aggettivo!) indispensabile per far crescere la credibilità e l'entusiasmo intorno al programma di una sinistra rinnovata. 
Radicale davvero è la proposta che l'autore avanza circa il rinnovamento del PD. Sono tante le innovazioni di cui, secondo Vannino, necessita questo partito: "Occorre rendere il PD una comunità politica tenuta insieme da valori condivisi e da una capacità di includere, di confrontarsi sui progetti, senza paura del dissenso costruttivo: il pluralismo nella sinistra è una ricchezza, guai a demonizzarlo come avviene nei partiti personali." 
Accanto a ciò l'autore torna più volte sulla necessità del rispetto delle regole di vita interna, come pure non si sottrae dalla rimessa in discussione di tabù come quello delle primarie, da modificare per riportarle alla valorizzazione degli iscritti, tutt'al più con "l'albo degli elettori chiuso tre mesi prima del congresso".
Chiti non usa mezzi termini sui difetti attuali, fino a criticare apertamente il "moltiplicarsi di autonome signorie locali, con al seguito strascichi di clientelismo politico". Di qui l'insistenza di "una fase costituente vera che il PD dovrebbe promuovere", come ho già richiamato e le cui caratteriste e proposte, appunto, di rinnovamento radicale lascio alla curiosità del lettore di questo interessante capitolo del libro di Vannino. 
Basti per tutte fare riferimento alla necessità, così poco di moda in certi ambienti, del "ripristino del finanziamento pubblico (dei partiti), con controlli rigorosi e collegato anche al rispetto delle regole di democrazia interna". Naturalmente, questo carattere "radicale" delle proposte che l'autore avanza, a seguito dell'analisi impietosa della realtà odierna che le accompagna, è riscontrabile in molte parti del volume. 
Mi limiterò pertanto solo ad alcune segnalazioni: la necessità di ridare con forza e coerenza attualità all'antifascismo ed essere coerenti e non subalterni sulla necessità di fermare le guerre in atto in Europa col rischio di una deflagrazione mondiale. 
Sul primo tema Vannino non fa sconti a nessuno, né al "l'indifferenza di alcuni prefetti, di settori della magistratura, delle forze dell'ordine e di un'area non trascurabile di cittadini" come pure "all'assenza di formazione civile alla democrazia e un antifascismo praticato, negli ultimi decenni, a fasi alterne anche dalla sinistra". 
Su questa base Vannino si esercita in un excursus sui limiti e i pericoli di una lettura del fascismo espressa anche da alte personalità delle nostre istituzioni, in particolare il Presidente del Senato, ricordando che "L'antifascismo è fondamento della Costituzione, ne rappresenta un valore perenne, inseparabile... Per questo, tanto più in Italia, non è sufficiente dire che non si è fascisti: bisogna essere antifascisti!
Sul tema della guerra, in linea con molte delle posizioni di Papa Francesco, Chiti insiste sul fatto che, dopo un primo invio di armi per la difesa da parte dell'Ucraina, viene in primo piano l'impegno per trovare vie di dialogo per cessare le ostilità e impedire lo sbocco in un conflitto atomico che non gioverebbe a nessuno, tanto meno al popolo ucraino primo destinatario di una tale eventualità. 
Sono, come si vede, posizioni radicali e coraggiose che si evidenziano con altrettanto coraggio su molti altri temi, una parte dei quali ho richiamato e che il lettore potrà da solo valutare con l'utile lettura di questo saggio. 
Per me. infatti, è arrivato il momento di esplicitare l'ultimo aggettivo da evidenziare in questo impegnativo lavoro di Vannino Chiti: Utile. Di questo infatti si tratta, di una lettura utile per i tanti dati, tutti aggiornatissimi, con cui tratta l'analisi del contesto che siamo chiamati a vivere, così come utili sono i suggerimenti rivolti al PD ma a ciascuno che abbia a cuore le sorti di questo Paese e che, come ci stimola l'autore, voglia sentirsi partecipe "del progetto di società da realizzare"

Renato Campinoti

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