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24 dicembre 2023

Fёdor Dostoevskij: Delitto e castigo

Più a fondo nell'animo umano (e nelle contraddizioni della società)

È questo il romanzo, dopo gli inizi con Povera gente, Il Sosia e i tanti racconti, dove l'autore va più a fondo nella sua ricerca delle contraddizioni e dei mali dell'animo umano. E dove con più forza emergeranno molte delle profonde spaccature all'interno della società russa, a cominciare, diversamente dallo stesso Tolstoj, dall'interno del popolo, di quella parte che a lui sta più a cuore come dimostrerà nelle tante miglia di pagine dei suoi successivi romanzi. 
Già dall'inizio di questo lungo racconto, di oltre cinquecento pagine, l'autore mette in chiaro quale sarà l'argomento che starà al centro della sua narrazione e dell'animo del suo protagonista, lo studente universitario "fuoricorso" Raskòlnikov. "Il terrore lo invadeva sempre di più, soprattutto dopo questo secondo assassinio, del tutto imprevisto. E se in quel momento fosse stato in grado di vedere le cose e di ragionare con più chiarezza, se appena fosse stato in grado di comprendere le difficoltà della sua situazione, quanto essa fosse disperata, mostruosa e assurda... molto probabilmente avrebbe piantato tutto e sarebbe andato subito a costituirsi, non tanto per paura delle conseguenze, ma semplicemente inorridito e disgustato da ciò che aveva fatto". 
Va detto subito che questa prima parte del romanzo, dell'assassinio, delle paure e difficoltà dell'autore di essere scoperto e del modo in cui è costretto a muoversi per non essere immediatamente scoperto, è condotta da Dostoevskij col ritmo di quello che oggi chiameremmo di un giallo o addirittura di un noir, dimostrando egli una grande padronanza di quello che diventerà uno dei generi più frequentati della letteratura moderna. 
Al tempo stesso, già da questo inizio, ma sempre più in maniera maggiorente evidente in seguito, l'altra grande protagonista del romanzo è la miseria e, con essa, la fame che colpisce ampie fasce della popolazione, soprattutto di quella che vive nel cuore delle grandi città, in questo caso di Pietroburgo. 
Saranno proprio le zone e i quartieri dove realmente Dostoevskij ha vissuto a lungo (e dove hanno vissuto altri giganti della letteratura russa dell'ottocento come Anna Achmatova, Puškin e altri). Saranno infatti la miseria e le conseguenze di essa sulla sua famiglia, che spingeranno il giovane studente a compiere l'atroce assassinio. 
La cosa che più colpisce, e che mette anch'essa a nudo il peso della miseria nella Russia di quel periodo, è la decisione della bellissima sorella di Rascòlnikov di accettare la proposta di matrimonio di un avvocato di ben misere competenze e principi, capace tuttavia di garantire alla famiglia di lei, compresa la madre vedova, un decente tenore di vita. Qui comincia la parte davvero più interessante del bellissimo capolavoro di Dostoevskij, la galleria dei tanti personaggi del popolo che riescono a restituirci tutta la complessità e anche profonde lacerazioni di una società che, non a caso, di lì ad alcuni decenni, vedrà scoppiare le proprie contraddizioni in una controversa ma sicuramente grandiosa guerra civile in forma di rivoluzione. 
Da un punto di vista letterario il personaggio che incuriosisce maggiormente è sicuramente quel Porfirij, il procuratore-poliziotto che, con metodi del tutto originali, porta prima vicino alla follia il disperato Rascόlnikov, poi lo aiuta a imboccare la strada della confessione e di un giusto processo. 
Molti, non a caso, hanno visto in questa figura di poliziotto il precursore del moderno tenente Colombo della nota serie televisiva che, con le sue apparenti distrazioni e i suoi tic, riusciva sempre a portare alla confessione il colpevole. 
Abbiamo già parlato dell'avvocato Pёtr Petrövè, esempio tipico di quella piccola borghesia delle professioni, attaccato solo ai propri beni, che vorrebbe sposare la sorella del protagonista, sottomettendo lei e la sua famiglia col potere del proprio gruzzoletto e che non sopporta di essere respinto, mostrando tutto il lato più meschino e vendicativo di queste categorie di popolo. 
Ma insieme al male più profondo, il grande scrittore è capace di mostrare anche personaggi e sentimenti assolutamente positivi, che ne fanno un autore certamente consapevole del male della società, ma anche delle potenzialità positive presenti nella stessa. Cito in particolare la figura di Razumichin, anch'egli costretto per un periodo a sospendere gli studi per difficoltà economiche, che rappresenterà il significato più profondo del senso di amicizia, oltre che di fervido difensore delle persone più deboli dai soprusi dei potenti. Sarà lui che si adopererà per portare tutte le prove possibili delle buone azioni compiute nella sua vita da Raskόlnikov che favoriranno una notevole attenuazione delle pene comminate dal tribunale all'amico. 
Sarà sempre lui, diventato nel frattempo marito della sorella dell'imputato, "la mente giovane e fervida... che aveva concepito il progetto di porre, nei prossimi tre o quattro anni, se non altro le basi di un futuro patrimonio, di accumulare un po' di soldi e di trasferirsi in Siberia... nella città dove sarebbe vissuto Ròdja e... cominciarvi una nuova vita, tutti quanti insieme".
Tra gli esempi positivi, la figura che sicuramente spicca su tutti è quella di Sònja, la giovanissima e fragilissima fanciulla, costretta a prostituirsi per non far morire di fame la famiglia, che si riscatterà ampiamente con la grande sensibilità verso i più poveri e, nel nostro caso, verso il tormentato e impaurito Raskòlnikov. Sarà lei che, alla fine, farà sorgere in entrambi l'amore, il sentimento più bello di tutti. 
Per chiudere questo grande romanzo, Dostoevskij, dedicherà all'amore le righe più belle: "Avrebbero voluto parlare, ma non potevano. Avevano le lacrime agli occhi. Tutti e due erano pallidi e magri, ma sui loro volti sbiancati dalla malattia splendeva già la luce di un futuro diverso, di una completa rinascita, di una vita nuova. Li aveva risuscitati l'amore: il cuore dell'uno, ormai, racchiudeva un'inesauribile sorgente di vita per il cuore dell'altro".
A me pare uno dei più bei messaggi di ottimismo e di futura felicità che si possa immaginare!

Renato Campinoti

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