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19 novembre 2023

Italo Calvino: Palomar

Quando il talento va oltre il piacere della lettura

Sarà che ho conosciuto Calvino col meraviglioso "Il sentiero dei nidi di ragno", sarà che sono stato felice leggendo "Il visconte dimezzato" e le altre meravigliose opere di fantasia di questo bravissimo interprete della letteratura italiana del '900, ma a me questo Palomar non è piaciuto! 
Mi verrebbe da dire, da modestissimo frequentatore di libri, che non capisco le ragioni che spingono un abile letterato e scrittore come è e rimane Italo Calvino, a credere che esista un esercito di lettori pronti a recepire e godere di uno sperimentalismo così spinto (almeno per me) che riesce a nascondere perfino il personaggio dietro un'osservazione così complessa (e noiosa!) delle varie sfaccettature della realtà. 
Sia chiaro, ancora una volta Calvino dimostra di possedere in abbondanza la conoscenza della materia letteraria e della cultura occidentale, tanto di farsene quasi beffe mettendo a confronto la capacità di indagine del personaggio immaginario (il suo "occhio", come qualcuno ha scritto) con la pazienza del povero lettore. 
Fin dall'inizio, quell'esercizio di separazione del moto delle onde marine (ma lo stesso si potrebbe dire a proposito delle dotte classificazioni degli animali piuttosto che dei vermi!) cosa altro può essere se non un'avvertenza al lettore che si armi di santa pazienza! 
Si perché da godere delle trame di questo libro non c'è materia. Tutto ruota intorno alla capacità di indagare i tanti aspetti e le varie classificazioni (prima) e le diverse situazioni (dopo) in cui l'"occhio" di Calvino riesce a sezionare oggetti, animali, sentimenti così come li viviamo noi poveri esseri umani. Ciò detto resterebbero da portare, a corredo di un senso di frustrazione così forte come quello che ho cercato di descrivere, le molte frasi o i diversi pensieri in cui si snoda questo libro, forse troppo sopra le mie modeste capacità analitiche. 
Ma, poiché continuo a ritenere davvero Calvino, a cento anni dalla sua nascita, uno dei più qualificati operatori culturali che abbiano calcato la scena letteraria del secolo scorso, mi accontento questa volta di esprimere solo le sensazioni che ho fin qui descritto.

Renato Campinoti

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