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09 luglio 2023

Rosa Romano Bettini: Quando l'amore sfidò la sorte e la ragione (ed. Solfanelli)

Grandi avvenimenti e la vita reale nel bel romanzo di Rosa Romano

Il romanzo di Rosa indaga la vita e le reazioni di un gruppo di uomini e donne nella crisi dell’Italia del 1943, quando il fascismo è a un passo dalla caduta, anche se le vicende della guerra e della presenza tedesca è tutt’altro che chiusa.
La storia prende l’avvio la sera del 24 giugno, festa di San Giovanni anche per gli abitanti della Val Veddasca che dedicano alla ricorrenza i falò a Monterecchio, non distante dal confine con la Svizzera.
Annetta, madre di due ragazzini e di un piccolino, è in attesa di un quarto figlio per il passaggio in licenza alcuni mesi prima del marito Antonio, fascista convinto e tuttora al fronte in Albania. Ma sarà l'unico, nella ricca galleria di personaggi che Rosa ci fa conoscere, ad avere aderito con decisione al regime e alle sue illusioni di grandezza.
Sarà proprio da lui che prenderà avvio quel crollo delle certezze che attraversa un po’ tutti i personaggi. Particolare cura Rosa mette nella costruzione dei personaggi femminili che, oltre ad Annetta che, pur innamorata del marito, non nasconde un moto di rimpianto per il ben più intrigante Luisin, ci sorprende con almeno altre due donne sapientemente occultate nelle loro reali identità per più di metà romanzo. Si tratterà, per il lettore che vorrà godersi questo bellissimo racconto, di autentiche e forti sorprese.
Naturalmente la brava scrittrice non può fare a meno di scandire le vicende sul ritmo degli accadimenti del periodo cruciale in cui ha inserito la sua opera: il 25 luglio e la caduta di Mussolini, l’8 Settembre, il Governo Badoglio e la fine dell’alleanza con i nazisti, lo scioglimento dell’esercito, il ritorno a casa dei soldati, compreso Antonio marito di Annetta, l’inizio della Resistenza e la nascita del CNL.
Sarà dentro queste grandi vicende che ognuno farà i conti con le sue scelte, da Antonio combattuto tra la presa d’atto delle falsità e illusioni del regime fascista e la sua reiterata vocazione dì fedeltà a Mussolini, a Luisin che, abbandonato il pur amato lavoro di tecnico, è tra i primi ad aderire al CNL.
Ma se Rosa dimostra una notevole capacità nel descrivere il rapporto dei personaggi con le vicende storiche, non meno abile la Romano si dimostra nella descrizione delle contraddittorie storie sentimentali dei personaggi che ci fa incontrare, senza distinguere, in perfetta parità di genere verrebbe da dire, tra gli uomini e le donne. Anzi, sarà proprio una donna, una delle sorprese del libro, cui l’autrice mette in bocca la frase più significativa da questo punto di vista: “Non è il tempo, né la storia, né ciò che ti circonda a regalarti il dolore o la gioia. Ti viene dall’anima, dalla capacità che hai di far vivere dentro te l’illusione dell’eternità. L’amore è questo: vivere l’attimo come fosse l’eternità“. 
Colpiscono, senza dubbio, le qualità di scrittrice di Rosa Romano, che sa dare fluidità e ritmo a ogni storia del complesso romanzo che ci racconta, come sa, volta a volta, riportare in primo piano i vari personaggi con le loro fedi e convinzioni, mai certe una volta per tutte, e perciò più vicini alla nostra non dogmatica sensibilità. Mano a mano che scorrono le ultime pagine del romanzo ci rendiamo conto che non è intenzione di Rosa offrirci soluzioni consolatorie, né tanto meno, di sciogliere per intero quei nodi e quelle contraddizioni che i personaggi si portano dentro. Questo non significa che la nostra scrittrice non sappia o non voglia trasmetterci quei valori e quelle convinzioni che ne fanno, tra l'altro, una delle più apprezzate dirigenti del mondo del volontariato lombardo e non solo. 
Del resto basta spigolare nei tanti e ben costruiti colloqui tra i protagonisti per trovarne traccia in abbondante. A me ha colpito, tra le altre, una frase, ancora una volta di una donna, Gigliola: "la vita e la libertà sono doni preziosi che consideriamo importanti solo quando li abbiamo persi... La libertà non si può barattare con niente, né col lavoro né con il pane". Ma il senso più profondo che ti lascia il romanzo mi pare di rintracciarlo nella frase che Marsia dice alla giovane Mariella alla fine di un bellissimo colloquio: "Basta un'ora d'amore profondo a segnare una vita, a darle un senso di vissuto e compiuto".
Allora brava Rosa, grazie per quelle belle emozioni che ci sai trasmettere, sapendo e sperando di leggerti ancora con la passione e la vitalità che ci infondi.

Renato Campinoti

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