Reclutato, si fa per dire, dal Presidente Roosevelt, a supporto dell’ingresso degli americani a fianco delle democrazie europee, lo scrittore americano ci pensò a lungo su dove e come impostare il racconto. Alla fine optò per un piccolo paese della Norvegia, da tempo fuori da guerre e combattimenti, dove poté dare un ritmo progressivo sia alla presa di coscienza dei suoi abitanti che alla loro reazione combattiva. Indicativo il primo colloquio tra l’ufficiale alla testa dei soldati tedeschi invasori e il pacifico sindaco più volte eletto dai suoi cittadini.
“.…la popolazione locale continuerà a lavorare nella miniera. È chiaro?” Dice l’ufficiale
“Si, è chiaro. Ma se gli operai non volessero lavorare nella miniera?” Risponde il sindaco
“Debbono. Sono un popolo disciplinato. Non pare anche a voi signore?” Chiese il colonnello
“Non lo so, signore. Sono disciplinati sotto il loro governo. Non so come sarebbero sotto il vostro…. ci diamo da noi il nostro governo da più di quattrocento anni”.
Poi, quando uno dei minatori viene condannato a morte per essersi ribellato agli ordini di un soldato e, nella colluttazione, aver finito per ucciderlo, tutto comincia a prendere un’altra piega. Quando il comandante tedesco gli chiederà di essere lui a condannare il minatore, il sindaco Orden darà una risposta lapidaria: “ed è…l’unica cosa che non si può fare.” “E cioè?” Chiese il comandante
“Infrangere per sempre lo spirito dell’uomo“.
Avviene così che, grazie alla progressiva presa di coscienza da parte dei cittadini occupati “che i conquistatori finirono con l’avere paura dei conquistati e i loro nervi erano sempre più tesi e di notte sparavano contro le ombre”. D’ora in avanti sarà un progressivo deterioramento dei rapporti e l’avanzamento dei cittadini norvegesi verso possibili forme di reazione aiutati anche dall’aviazione inglese opportunamente informata.
Molte belle le ultime pagine quando si va verso la condanna a morte dell’apparentemente mite sindaco Orden, che ha una reazione da eroe umile e perciò più significativa, quando la moglie, rivolgendosi al marito, prova a protestare: “Non si può arrestare il sindaco”. E lui di rimando: “No,” disse,“ non possono infatti arrestare il sindaco. Il sindaco è un’idea concepita da uomini liberi. Essa sfugge a ogni arresto”.
“.…la popolazione locale continuerà a lavorare nella miniera. È chiaro?” Dice l’ufficiale
“Si, è chiaro. Ma se gli operai non volessero lavorare nella miniera?” Risponde il sindaco
“Debbono. Sono un popolo disciplinato. Non pare anche a voi signore?” Chiese il colonnello
“Non lo so, signore. Sono disciplinati sotto il loro governo. Non so come sarebbero sotto il vostro…. ci diamo da noi il nostro governo da più di quattrocento anni”.
Poi, quando uno dei minatori viene condannato a morte per essersi ribellato agli ordini di un soldato e, nella colluttazione, aver finito per ucciderlo, tutto comincia a prendere un’altra piega. Quando il comandante tedesco gli chiederà di essere lui a condannare il minatore, il sindaco Orden darà una risposta lapidaria: “ed è…l’unica cosa che non si può fare.” “E cioè?” Chiese il comandante
“Infrangere per sempre lo spirito dell’uomo“.
Avviene così che, grazie alla progressiva presa di coscienza da parte dei cittadini occupati “che i conquistatori finirono con l’avere paura dei conquistati e i loro nervi erano sempre più tesi e di notte sparavano contro le ombre”. D’ora in avanti sarà un progressivo deterioramento dei rapporti e l’avanzamento dei cittadini norvegesi verso possibili forme di reazione aiutati anche dall’aviazione inglese opportunamente informata.
Molte belle le ultime pagine quando si va verso la condanna a morte dell’apparentemente mite sindaco Orden, che ha una reazione da eroe umile e perciò più significativa, quando la moglie, rivolgendosi al marito, prova a protestare: “Non si può arrestare il sindaco”. E lui di rimando: “No,” disse,“ non possono infatti arrestare il sindaco. Il sindaco è un’idea concepita da uomini liberi. Essa sfugge a ogni arresto”.
Se pensiamo alle vicende di questo ultimo anno, in particolare all'aggressione all'Ucraina, appaiono di stringente attualità molte delle affermazioni e riflessioni che questo testo ci consegna.
Resta da dire, di fronte a questo ulteriore capolavoro dì Steinbeck, che l’opera, oltre a vendere milioni di copie, si prestò, proprio per come era stato concepito, per essere immediatamente portato a teatro e al cinema dove ugualmente riscosse un meritato successo.
Renato Campinoti
Resta da dire, di fronte a questo ulteriore capolavoro dì Steinbeck, che l’opera, oltre a vendere milioni di copie, si prestò, proprio per come era stato concepito, per essere immediatamente portato a teatro e al cinema dove ugualmente riscosse un meritato successo.
Renato Campinoti
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