Viene scelto, ecco l’altra novità, in registro sostanzialmente ironico, pur senza sottovalutare gli aspetti gravissimi che tuttavia accadono. Bellissima l’invenzione del trentenne Marcello completamente inserito nell’ambiente provinciale della Versilia un po’ godereccia un po’ triste, che rifiuta il destino di barista nel locale del padre e che incappa fortunosamente in un dottorato universitario incentrato su una figura di ipotetico terrorista viareggino Tal Tito Sella che, dopo 20 anni di galera, si rifugia a Parigi all’ombra della tolleranza di Mitterrand.
Impagabile la descrizione dell’ambiente universitario pisano, con la presenza della prestigiosissima Normale, e della lettura delle modalità di gestione da parte dei baroni (che saranno alla base della gravissima crisi che, sotto l'ambigua idea della cosiddetta autonomia, vedrà moltiplicarsi i corsi affidati a figli e sodali), degli scontri felpati tra loro, compreso quel vecchio luminare Sacrosanti che affiderà a Marcello la ricerca delle vicende di Tito Sella.
Emergerà così, in parallelo alla nascita delle BR e degli altri raggruppamenti terroristici, la formazione di una improbabile Brigata viareggina che svilupperà azioni quasi innocue (alcune davvero esilaranti) fino a quando un giovane infiltrato li spingerà a osare di più e a mettersi a rischio anche personalmente.
Per la ricostruzione delle vicende di Tito e della brigata Ravachol, come decisero di chiamarsi in nome di un non meglio definito personaggio anarchico, ad Alessandro verrà consigliato di recarsi a Parigi a consultare le carte di Tito. Da qui la puntuale ricostruzione delle gesta di questo gruppo fino all’epilogò che porterà in galera Tito.
Per la ricostruzione delle vicende di Tito e della brigata Ravachol, come decisero di chiamarsi in nome di un non meglio definito personaggio anarchico, ad Alessandro verrà consigliato di recarsi a Parigi a consultare le carte di Tito. Da qui la puntuale ricostruzione delle gesta di questo gruppo fino all’epilogò che porterà in galera Tito.
A questo personaggio, che pure pagherà un prezzo altissimo in termini di anni di galera, l’autore attribuisce più che agli altri, pensieri profondi e un notevole buonsenso che lo portano a differenziarsi dai criteri più banali su cui si basa la militanza degli altri.
"Se sei ricco sfondato", verrà di pensare a Tito di fronte alla sfrontatezza del giovane figlio del più ricco dei viareggini da loro sequestrato per chiedere un riscatto, "e nella vita tutti hanno cercato di anticipare ogni tuo desiderio, allora il mondo diventa una giostra, uno spettacolino di emozioni... per il tuo divertimento. Mentre se sei un proletario devi sempre stare con un occhio vigile e guardarti le spalle, perché il mondo è ostile e pronto a schiacciarti senza preavviso".
La parte interessante del libro di Ferrari diventa ora l’esperienza di Alessandro a Parigi e la abbozzata vita da bohémien che condurrà per quasi un anno. Anche qui davvero acuta la ricostruzione delle ipotetiche vite degli ex terroristi riparati in quella tollerante città.
Va sottolineato, insieme allo sguardo non superficiale e alla nota ironica che Ferrari mette in ogni argomento che tratta, la qualità di scrittura e il ritmo adeguato che tengono il lettore attaccato alle oltre quattrocento pagine fino alla fine, compresi, ovviamente, i colpi di scena.
Un' idea e una trama sicuramente indovinate, trattate con attenzione ed equilibrio pur maneggiando una materia incandescente, che proiettano Dario Ferrari nel gruppo di testa degli attuali scrittori italiani.
Renato Campinoti
Renato Campinoti
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