Pertini: per mantenere viva la memoria dei valori antifascisti
Il merito principale di Rino Capezzuoli con la pubblicazione di questo libro su Sandro Pertini è stato sicuramente quello di mantenere viva la memoria dell'antifascismo e della Rsesitenza di cui oggi c'è più che mai bisogno. Sono troppe le dichiarazioni, anche di rappresentanti delle istituzioni, che vorrebbero ridurre il valore delle Resistenza e della lotta al fascismo a questione di parte e non, invece, come è nella nostra storia, ai dati fondanti della nostra Repubblica antifascista.
Il secondo merito è di aver fatto, come suo solito, di una storia locale il modo in cui valorizzare il territorio e le persone che lo abitano per parlare anche di vicende o personaggi nazionali, come è il caso di Sandro Pertini.
Va a merito di Rino, infine, l'aver riportato all'attenzione di noi tutti un gigante dell'antifascismo e della Politica con la P maiuscola come Pertini, per mostrarci di quale spessore morale e culturale erano fatti questi personaggi, esempi necessari oggi più che mai di fronte ad una vita politica fatta troppo spesso di ricerca di opportunità di carriera, quando non di vere e proprie ruberie. Da qui il valore di una battaglia culturale e morale senza la quale appare difficile perfino invertire la tendenza al declino delle forze antifasciste.
Prer quanto riguarda il libro, Capezzuoli lo ha suddiviso in 6 o 7 capitoletti, corredati tutti da una preziosa raccolta di materiale utile a inverare le finalità del libro medesimo. Ottimo esempio di questo il capitolo dedicato al valore dell'antifascismo per Pertini, dove troviamo una lettera dello stesso alla mamma quando lui, nel 1933, è prigioniero del fascismo a Pianosa condannato a molti anni di carcere. La lettera di Pertini è la risposta, molto risentita, alla mamma, che aveva osato fare richiesta di grazia al governo fascista, senza concordalo col figlio. Bastano poche righe: "Dimmi mamma, perchè hai voluto offendere la mia fede?. Lo sai bene che che è tutto per me, questa mia fede...Tutto me stesso ho offerto ad essa e per essa con animo lieto ho accettato la condanna e serenamente ho sempre sopportato la prigione...Ė l'unica cosa di veramente grande eoura che io porti in me". Si capisce da qui lo spessore umano e morale che personaggi come lui porteranno nella vita politica una volta abbattuto il regime fascista.
Ancora interessante, parlando della lotta antifascista e della Resistenza, la messa in rilievo della partecipazione dei giovani del territorio, in questo caso la Valdelsa senese dove si trova San Gimignano, che Rino arricchisce pubblicando una bellissima e drammatica memoria di Vittorio Meoni, un uomo che è stato alungo un punto di riferimento dell'antifascismo senese e toscano. In tale memoria viene ricordato l'eccidio di un gruppo di giovani partigiani a Montemaggio, dove lo stesso Meoni, anch'egli partigiano, si salvò per miracolo. Drammatiche le scene che vengono evocate dal parroco di Strove: "Sul posto l'impressione fu tremenda. Vedemmo un tappeto di sangue e, in mezzo, un ammasso di corpi crivellati". Ed è altrettanto impressionante, questa volta in positivo, che poco dopo un camion pieno di giovani di San Gimignano, sia partito dal loro paese per raggiungere le formazioni partigiane ancora impegnate nella lotta di liberazione in alta Italia, dove Pertini era il Presidente del CLN Alta Italia.
Troviamo a questo punto i capitoli che Rino dedica al dibattito tra le forze politiche nel dopoguerra e del ruolo in questo di Sandro Pertini, dirigente del PSI, vicepresidente della Camera prima, poi Presidente e direttore dell'Avanti. Nel dibattito Pertini è molto presente, si schiera prima contro l'unità delle liste di sinistra alle elezioni del 1948 poi invece si fa portatore della proposta di costruire un partito unico dei lavoratori italiani. Altrettanta attenzione Pertini mette al dibattito sul rapporto con i cattolici e la nascita del centro sinistra, propugnando sempre una grande attenzione all'autonomia della sinistra e del PSI.
Il capitolo più bello del libro è, ovviamente, quello della Presidenza della Repubblica di sandro Pertini, dal 1978 al 1985. Siamo di fronte al peggior periodo del Paese, con le Brigate Rosse che arrivano fino al sequestro e all'uccisione di Aldo Moro, con le profonde divisioni nella sinistra, con il Sindacato contestato dai giovani che l'anno prima hanno osteggiato fortemente Luciano Lama all'Università di Roma, con la crisi della Fiat e la spaccatura tra operai e quadri, con una crisi economica che colpisce le classi più in difficoltà. La stampa tedesca arriva a farsi beffe di un Paese raffigurato come colpito al cuore dal terrorismo. In questo quadro la grandezza di Pertini sta nel fatto che, con la sua presenza e le sue iniziative riesce a impedire che le Istituzioni democratiche siano indebolite e a rappresentare, in questo senso, un punto di riferimento per tutti, comprese le nuove generazioni. Celebri due episodi, da inserire in una nuova redazione di questo utilissimo libro, come la reazione all'inefficienza dello Stato nel terremoto dell'Irpinia e l'accompagnamento della salma di Berlinguer la cui morte aveva suscitato un moto di commozione in tutto il Paese. Infine non può essere trascurata la presenza di Pertini alla finale dei campionati del mondo di calcio del 1982 vinti dall'Italia e l'entusiasmo che seppe imprimere in tutti, anche a chi non era particolarmente appasionato di sport.
Appare utile chiudere questa recensione ricordando uno dei tanti interventi di Pertini rivolti ai giovani. Traggo perciò da un suo intervento del 1963 alcune frasi rivolte alle nuove generazioni: "Giovani...la vita sta tutta dinanzi a voi. Dovete affrontarla con il suo bene e con il suo male...Non potete però pretendere che questi beni preziosi la sorte ve li rechi in dono su un piatto d'argento. Ognuno di noi è artefice del proprio destino. E voi potete e dovete ersserlo del vostro...sorretti da una vigoroso fede, altrimenti andrete alla deriva come rottami di un naufragio:" Pertini si rivolge ai giovani senza finzioni o parole dorate. Dice pane al pane e vino al vino come in tutte le occasioni. E forse sta anche qui uno dei segreti di questo grande personaggio della nostra Italia e dell'ammirazione che ha suscitato anche nelle giovani generazioni. Grande merito di Rino Capezzuoli avercelo fatto incontrare ancora una volta con questo bel libro e con la fatica che è costata raccogliere così tanto, prezioso, materiale.
Renato Campinoti
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