Si può parlare di una vera e propria "operazione culturale" quella che Einaudi ha fatto, ripubblicando il testo dell'opera teatrale che Tennessee Williams riscrisse definitivamente nel 1974 e che considerò quella più rispondente alle sue aspirazioni.
Tutti coloro (e sono tantissimi!) che hanno visto il film con Paul Newman e Liz Taylor avranno così una sorpresa, leggendo questo testo, rappresentata soprattutto dalla immissione in forma esplicita del tema della omosessualità che nel lungo e appassionato colloquio di Brick col padre emerge chiaramente.
Ed è un tema che, nell'America degli anni '50, non era facile agitare in pubblico senza incappare in forme pesanti di dileggio quando non di vera e propria censura.
Accanto a tale tema, a causa di esso si potrebbe dire, emerge come questione centrale dell'opera del grande sceneggiatore, quello dell'ipocrisia o falsità come la chiamano Brick e il suo padre.
È su tale tema, l'ipocrisia e la falsità, che si gioca infatti gran parte della serrata dialettica della giornata del compleanno del patriarca, colui che ha costruito la più grande piantagione di cotone, ventottomila acri di terra fertile, tra quelle presenti nel "triangolo del Mississipi" e che ha fatto le sue fortune, guarda caso, proprio entrando a far parte della "famiglia" di due omosessuali che, alla loro morte, lo lasceranno padrone di una tenuta già grande e che lui farà diventare grandissima.
Forse discende da questa esperienza la capacità che il padre, ormai alla fine a causa di un brutto cancro, dimostra di possedere riuscendo a parlare, col suo linguaggio schietto, di queste insinuazioni, riguardo alla presunta omosessualità del figlio Brick, convincendolo a riconoscere nell'amicizia di una vita con l'amico Skippper, morto suicida, qualcosa di cui non vergognarsi.
Brick attribuisce alla moglie Maggie, bellissima e sensuale, la colpa di aver messo Skipper di fronte alla sua omosessualità, costringendolo ad andare a letto con lei e a non riuscire a fare all'amore.
Anche di ciò il padre riesce a parlare con una schiettezza di termini e di argomenti che porteranno, alla fine, lo stesso Brick a ripensare al suo tentativo di autodistruzione nell'alcol e a cedere, forse, al richiamo sensuale della moglie di andare a letto con lei e regalare il tanto sospirato nipote al patriarca.
Resta da dire che un tale desiderio, sia di Maggie che del patriarca, nasce quasi per contrapposizione all'ampia figliolanza (quattro e uno in arrivo) che l'altro figlio Gooper e la moglie Mae hanno messo al mondo ma che il Papi e Maggie vivono solo come un fastidioso rumore di fondo.
E sono proprio loro, Gooper e la moglie Mae, con il loro insistito richiamo alla enorme eredità che la morte del Papi è costretto a lasciare, che fanno diventare falsa e ipocrita la presunta loro affezione alla famiglia, in realtà costellata da un continuo disprezzo per Brick, il fratello minore, che è tuttavia il preferito del patriarca.
La figura del Papi, o patriarca, emerge dunque come quella centrale, per certi aspetti anche di più di quella di Brick e della stessa Maggie, capace, a partire dalla sua enorme esperienza di vita (bellissima la narrazione delle tante città e nazioni visitate e le esperienze ricavate!) di andare più a fondo sul senso reale della vita umana.
"L'animale uomo è una bestia destinata a morire e se c'ha dei soldi compra, compra, compra tutto quello che può comprare e la ragione per cui lo fa è che in un angolino della sua testa ha questa assurda speranza che tra uno dei suoi acquisti possa esserci la vita eterna... che non è possibile...".
Poco prima il Papi aveva messo al corrente Brick dell'enorme quantità di denaro e di beni era riuscito a d accumulare. "ma con i soldi", dice al figlio, "uno non può comprarsi la vita... la vita, quando è finita non puoi ricomprarla...".
E sono ancora sulla vita le ultime parole con cui proprio Maggie, lei nata povera in una famiglia che ha conosciuto perfino la fame, ci fa concludere questa bella e sempre attualissima lettura. "Oh, voi persone fragili, bellissime persone fragili.. che vi arrendete con tanta grazia. Brick, tu hai bisogno di qualcuno che ti prenda per mano, con dolcezza, che con dolcezza e con amore ti restituisca la tua vita, come fosse un gioiello che hai buttato via".
Renato Campinoti
Renato Campinoti
Nessun commento:
Posta un commento