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09 settembre 2022

Maurizio de Giovanni: L'equazione del cuore

Il freddo fuori e dentro il cuore del Nord

La novità più significativa, in questo bellissimo libro di De Giovanni, non sta solo nella sua capacità di uscire dai testi seriali e parlare d'altro, di altri personaggi e di altri ambienti. 
Già questo è un grande merito di De Giovanni, perchè lo fa e per come lo sa fare. Ma la novità più importante è che lui, meridionale di Napoli e della sua città ammiratore e gran conoscitore (anche dei difetti, naturalmente!) questa volta parte dal sud per andare al nord e dimostrare di saperne parlare come e più di qualcuno che da quelle parti c'è nato e vissuto. 
Un nord, lo dico subito, freddo nell'atmosfera e, soprattutto, freddo nel cuore. Il protagonista, un uomo innamorato della matematica che, per scelta della famiglia, rinuncia alla ricerca per dedicarsi al più sicuro insegnamento, finirà, una volta rimasto vedovo e in pensione, con la figlia sposata al nord, col nipote che vede solo una volta all'anno, per riprendere la passione per il mare e quella per la matematica. 
Finché, una gravissima disgrazia lo costringe a lasciare l'amata isoletta dove si è confinato e precipitarsi al paese del nord perché una disgrazia ha portato via la figlia e il marito e ha messo in un letto d'ospedale il nipotino, tra la vita e la morte. 
È in questo percorso di riflessione sulle ragioni della morte della figlia e della grave situazione del nipote, che è costretto a ripensare alla sua vita e al suo ruolo. Lo fa guardandosi intorno, dove tutto sembra calma e ricchezza e dove invece, come fa dire De Giovanni all'amica della figlia "La nostra è una ricchezza che fa male: abbiamo arredato le nostre case pagando architetti di grido, abbiamo creato conventicole di frustrati... mentre gli affari si espandono, il nodo scorsoio delle nostre vite si stringe". 
Così Massimo, il protagonista, quando capisce che molta della serenità della figlia e del nipotino erano solo apparenza e che lui aveva pensato solo a sé, si rende conto di dover andare più a fondo sul perché "quando era insorta la variabile sbagliata, quella che aveva comportato la situazione di Checco (il nipotino) che si trovava adesso, in bilico tra la vita e la morte e un'esistenza senza dignità, lui non c'era". 
È notevole la capacità dell'autore di far cambiare via via al protagonista, il suo atteggiamento verso le situazioni che è costretto a indagare, per capire davvero cosa è stata la vita della sua figlia e quali sono le vere cause dell'incidente che l'ha uccisa e ha ridotto in quelle condizioni il figlio. 
Altra novità che introduce De Giovanni è l'uso razionale, ma anche sentimentale, della matematica, dell'equazione di Dirac in particolare, da parte di Massimo, per giungere, anche con una ricerca delle persone e dei fatti che hanno vissuto con la figlia, a una importante conclusione: "È tutto nell'equazione di Dirac, l'equazione del cuore. Perché noi (sta parlando al nipotino sotto sedazione n.d.r) siamo profondamente connessi, e rigorosamente interdipendenti.... Perché questo ha scoperto Dirac e questo finalmente e con colpevole ritardo ho capito anch'io, tu e io siamo lo stesso sistema". 
Particolarmente acuta la capacità dell'autore di disegnare personaggi adeguati ai ruoli di cui vuol parlarci. 
Per citarne solo due: Pancaldi, il contabile, il piccolo e viscido vicepresidente della società posseduta dalla famiglia del genero, inadatto a parlare alle persone al di fuori da un ruolo di comando, peraltro ridicolo nelle forme in cui lo sa esercitare.
Poi c'è lei, Alba, la bella governante del nipote, ormai sulla soglia della maturità, che è venuta dall'est e che ha saputo rompere tutti i luoghi comuni sugli immigrati di cui quel territorio è pieno. Lei che, conoscendo almeno cinque lingue ed essendosi laureata al suo Paese con merito, riesce a fatica a sfuggire dal rischio della prostituzione e a imporsi nella più ricca e potente famiglia del paese. 
Sarà lei, innamorata di Checco come e più di una madre, che con forza e determinazione induce Massimo a capire più a fondo quello che è successo alla figlia e a rinunciare all'dea di tornarsene sulla sua isola. 
Infine, nello sviluppo delle situazioni, nella scoperta via via di nuovi elementi della vicenda familiare, si avverte la qualità di narratore e anche di notevole scrittore di gialli quale è il nostro autore. Un libro bello, che tutti dovrebbero leggere e che, per chi si fosse dimenticato cosa è un genitore e un nonno, può rappresentare un vero e proprio "manuale".

Renato Campinoti

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