Il primo merito di questo agile libretto di Maurizio de Giovanni è quello di misurarsi col tema della pandemia nei suoi riflessi sull'animo di persone già messe alla prova da vicende sentimentali precedenti.
De Giovanni sceglie tre persone: Il primo, un giovane medico molto motivato nel suo lavoro, gravato da un amore sfumato per troppa responsabilità, ora alla prova di scelte che intaccano i fondamenti della sua etica professionale. Il secondo è un avvocato con meno scrupoli professionali del medico, ma con sulle spalle un tale fallimento sentimentale da rischiare di distruggere se stesso quando, costretto a vivere nel chiuso di un appartamento di lusso, va alla ricerca di pericolosi palliativi pur di sperare di superare il dolore dell'animo.La terza figura, forse quella più riuscita delle tre, è quella di una donna dell'est, sfuggita al proprio destino di subalterna a una cultura maschilista e servile, e che ora si ritrova, con la figlia adolescente cresciuta con altre sensibilità, a dover fare scelte dolorose e coraggiose.
Si riflette in Svetlana, la donna dell'est, la capacità di De Giovanni di dare vita a figure femminili (valga per tutte l'esempio di Mina Settembre!) di particolare spessore morale e di notevole forza interiore, in grado di vivere le proprie difficoltà con una capacità superiore a quella degli uomini che frequentano. La qualità non solo letteraria di questo racconto lungo, comunque ben scritto come al solito, è quella di far correre in parallelo l'evolversi delle vicende dei protagonisti con lo sviluppo e la continua diffusione del virus che finirà per condizionare le stesse scelte di coloro chiamati a prendere non facili decisioni.
È nelle parole dell'avvocato che, giunto vicino all'autodistruzione, viene infine ricoverato in ospedale grazie alla donna amata, che si ritrova, forse, il senso più vero di questo esame dei sentimenti alla luce della pandemia che De Giovanni ci ha regalato: "Ho paura di non farcela, adesso che è sicuramente qui fuori ad aspettarmi. Ho paura di morire, avendo voluto morire fino a poche ore fa, desiderando di morire e adesso desiderando di vivere".
Chiuso il libro, ci viene di riflettere che anche in un lavoro, apparentemente minore, De Giovanni sa metterci di fronte alla forza dei sentimenti e alla natura contraddittoria di ogni persona, quando si interrompe il flusso normale, talvolta anche un po' noioso, delle nostre esistenze e siamo chiamati a scegliere quello che veramente ci sta a cuore.
Renato Campinoti
Renato Campinoti
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