Finalmente anche Marco Cibecchini si è deciso ad affrontare il genere giallo per raccontarci la sua visione delle cose estreme che accadono in questo nostro mondo.
Naturalemnte lo fa alla sua maniera e non lo nasconde. "Ma cos'era che univa ritrovi notturni così trasgressivi, ma così diversi? Ovviamente in entrambi i casi il protagonista era il sesso e questa era anche la chiave dei terribili delitti".
Quando Marco ci rende esplicita la direzione di marcia del suo giallo, a metà precisa dell'opera, abbiamo già assistito al ritrovamento di ben due cadaveri di donna orrendamente lacerati proprio nelle parti intime, così come abbiamo conosciuto sia il Commissario Antonio De Micheli che da Bologna è stato trasferito a Firenze, così come una bella coppia di poliziotti, lui Salvo, di origini siciliane, lei Olga, di origini rumene che sono anche coppia nella vita e sulle cui spalle finirà per ricadere la parte più delicata dell'indagine che, per ragioni che Marco spiega bene nel libro, si svolgono essenzialmente in un privé alle porte di Firenze e in un locale di lap dance a Bologna.
Come si sa è questa una materia che Cibecchini, amico e sodale del GSF, sa maneggiare piuttosto bene. Al centro del giallo, che ovviamente non posso spoilerare, c'è il raffronto tra un'interpretazione sana del sesso, su cui il nostro autore dimostra una volta di più di saper scrivere con dovizia di particolari, senza cadere nella banalità, e un sesso malato che, quando si presenza in forma di devianza psicologica e comportamentale, può produrre effetti drammatici, come del resto molte storie di Firenze (a cominciare dal "mostro") ci hanno insegnato.
Anche in questo caso la descrizione della devianza sessuale e dei suoi effetti è rappresentata egregiamente, anche se, devo dire, Marco è più portato alla rappresentazione, anche letteraria, del buon vecchio, sano sesso tra l'uomo e la donna in condizione di parità che non del suo opposto.
Detto tutto ciò, il giallo è congegnato con sufficiente sapienza, tutti gli ingredienti, dal lavoro di squadra della polizia, alla qualità dei singoli poliziotti (o poliziotte) impegnate nella ricerca del colpevole, alla suspence finale con il tempo che passa e mette a rischio chi indaga.
Naturalmente, alla fine, la qualità di chi indaga ha la meglio e il bene, come si diceva una volta, prevale sul male. Insomma bravo Marco a misurarsi con un genere che io considero privilegiato nell'indagine, anche psicologica, delle persone in condizioni estreme, e bravo di nuovo per aver superato questa prima prova nel giallo, per quello, ovviamente che posso capirne.
Naturalmente si possono sempre portare dei miglioramenti, come succede a ciascuno di noi, nel delineare meglio le caratteristiche dei vari personaggi, una maggiore attenzione al clima, anche fisico, in cui si svolge la vicenda ecc. Ma queste sono le raccomandazioni che mi sono state fatte quando ho scritto anch'io il mio primo giallo.
Allora, ben venuto in questo genere collega Marco!
Renato Campinoti
Renato Campinoti
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