Più agile ma non meno efficace questo ultimo romanzo di Frascella con al centro Contrera, "l'investigatore privato più impertinente e malridotto del noir italiano".
Tutto ha inizio dalla simultanea scomparsa di una bambina di sei anni da scuola e l'uccisione di un bidello appena assunto, un po' distratto al momento del rapimento.
Per tutti ovviamente le due vicende appaiono strettamente collegate. Il fatto che la bambina scomparsa frequenti la stessa scuola e la stessa classe della nipotina di Contrera, della figlia di quella sorella sulle cui spalle è finito per cadere il peso del sostentamento del malridotto fratello contro tutto e tutti, induce l'investigatore della lavanderia a impegnarsi particolarmente nella ricerca della bambina.
A ciò si aggiunge la scoperta della paternità della bimba rapita che riporta il nostro con il ricordo a un forte legame di amicizia (fino al classico salvataggio della vita!) che, ancora una volta, lo vede in difetto.
Ci sono insomma tutti gli ingredienti e tutte le motivazione se, ancora una volta, Contrera vorrà riscattare i grossi debiti, soprattutto di rapporti umani, da lui contratti nella vita precedente, quando il mestiere di poliziotto poteva offrirgliene l'occasione.
Ancora una volta Contrera si immerge fino al collo in un'indagine che per lui è, insieme, occasione di riscatto per l'amico troppo presto abbandonato al suo destino e di risposta alle aspettative in lui riposte da una delle poche persone che in lui hanno ancora fiducia: la sua nipotina Giada.
Il suo intuito e i rapporti contratti nell'ambiente del quartiere Barriera milanese di Torino, saranno la chiave per individuare, intanto, il male peggiore che si aggira sulla testa di molti bambini e bambine: il vizio della pedofilia, su cui Frascella ci offre una efficace e toccante definizione.
"Non importa dove uno vive, non importa qual è l'entità del suo conto in banca, non importa che automobile guida, che scuole ha frequentato, dove trascorre le estati, quale prezzo hanno i suo passatempi: sono le pulsioni, le basse e sordide pulsioni dell'essere umano ad accomunare tutto e tutti in questo gioco al massacro che è il vizio, e per soddisfarlo non esistono che mezzi orribili. L'innocenza è la preda preferita di ogni forma di male".
Ancora sul tema della pedofilia, considerata come il male peggiore degli altri, appare efficace l'incontro di Contera col boss della malavita del quartiere, Manduri: "Ci guardiamo per mezzo minuto, ed è in quel mezzo minuto che capisco quanto a volte i ruoli si sostituiscano, quanto a volte i cattivi siano persone migliori dei presunti buoni, i delinquenti molto più umani degli esponenti dell'élite".
Frase questa, in cui si palesa più esplicitamente quella visione del mondo che porta Contrera ancora una volta a riscattarsi dai suoi pur gravi errori e difetti dell'altra vita, abbracciando i valori sociali e umani della "comunità" di Barriera. Ma naturalmente non sarà solo di questo vizio che Contrera sarà chiamato a occuparsi.
Ancora una volta l'osservazione delle persone, anche delle più umili, e un intuito per le vicende umane maturato nella sua stessa esistenza, lo aiuteranno a contribuire a risolvere entrambe le vicende. La qualcosa non gli impedisce di essere di nuovo risucchiato nelle sue contraddizioni affettive, dove al centro rimane il senso di colpa per l'abbandono della moglie e della figlia, tanto più ora che, per l'incoscienza che lo caratterizza, la moglie separata aspetta di nuovo un figlio da lui.
Ma questa è un'altra storia di cui Frascella dovrà, al più presto, farci sapere gli sviluppi.
Renato Campinoti
Renato Campinoti
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