Mi sono avvicinato con un po' di scetticismo a questo autore e al suo personaggio, Contrera, il quale, dopo aver buttato per aria tutto della sua vita, dalla famiglia, all'attività professionale nella polizia, smarrendo perfino il confine della moralità, si riduce a svolgere una attività di investigatore nel campo, prevalentemente, delle infedeltà coniugali o cose banali del genere.
Tutto ciò grazie alla generosità di un immigrato di lungo corso il quale gli permette di stazionare nella sua lavanderia, che finisce per essere anche il suo ufficio e grazie all'affetto della sorella che lo ospita per tutto il tempo necessario a ritrovare una vita autonoma.
Ho detto scetticismo perché troppo spesso si è fatto, da parte di molti autori, dei vizi e della tendenza a delinquere dei personaggi principali il punto di forza che ha fatto scalare le classifiche a più di un giallista.
Mano a mano che procedevo nella lettura di questo bel libro di Frascella mi sono ricreduto su un personaggio anch'esso nato con le stimmate degli altri cui ho accennato, ma che l'autore ha ampiamente riscattato per almeno due ragioni, per me fondamentali.
Anzitutto perché l'ambiente in cui vive e opera il nostro Contrera è quello del quartiere di Barriera milanese a Torino, certamente il più multietnico e carico di malavita e contraddizioni sociali e culturali che si possa immaginare. È in questo ambiente, a contatto con la parte migliore delle persone, di qualunque nazionalità, che Contrera incontrerà, che comincia a rendersi conto dei limiti e dei difetti delle scelte da lui compiute, finendo per apprezzare la capacità di reazione e di riscatto.
A partire dalla lezione morale che gli viene impartita da quel Mohamed che gli ha "prestato" la lavanderia per lavorare. Nonostante la difficoltà di Contrera a corrispondere al suo desiderio di salvaguardare il proprio nipote, ne riconosce tuttavia le buone intenzioni e perfino l'intuito investigativo in un ambiente sociale e malavitoso dei più complessi.
In sostanza, finirà per sentirsi accomunato a quella parte di umanità che fa della lealtà tra le persone un valore di comunità fondamentale.
Perfino nelle vicende amorose in cui, dopo molto tempo, finirà per sentirsi felicemente coinvolto, troverà materia di riscatto come gli verrà insegnato dall'esperienza della persona incontrata.
Si arriva così a incontrarare l'altro motivo che ci fa valutare positivamente il percorso di riscatto di Contrera e apprezzare ulteriormente la costruzione del romanzo da parte di Frascella.
"Non c'è mai stato entusiasmo in me, solo paura, la grande paura di esistere... Intanto qualcosa è accaduto intorno a me, nella fredda sera di Barriera che piange luce smorta dai lampioni. È arrivato Mohamed e con Mohamed altre persone, dieci persone, cento persone... Questo è il mio mondo. Questo sono io".
Più riscatto di così non me lo sarei immaginato e, soprattutto, non avrei immaginato di consigliare vivamente a tutti la lettura di questo romanzo senza pregiudizi, con la certezza di trovare un bravissimo, anche in senso formale, scrittore che, tra l'altro, contorna il nostro Contrera di una galleria di personaggi, tutti ai limiti della sopravvivenza, ma non per questo meno umani e credibili.
Finirete per fare come me: di non vedere l'ora di prendere in mano la prossima indagine di Contrera nella Barriera a Torino. Non fosse altro per respirare un'atmosfera meno tossica di quella che ci viene rappresentata da chi vorrebbe fare terra bruciata di ogni realtà multietnica e socialmente complessa con cui, ritengo, si debba tutti imparare a convivere e a ricavarne gli aspetti positivi, come ci aiuta a fare Frascella con il suo romanzo.
Renato Campinoti
Renato Campinoti
Concordo con Renato. Leggo con piacere le avventure di Contrerà
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