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08 aprile 2022

Laura Vignali: Il dubbio di Bianca

Don Bruno, un prete speciale in una storia ancora una volta tutta fiorentina

Incuriosito dalla figura di don Bruno Lancia, già presente nel romanzo d'esordio (per me) di Laura Vignali, Una storia fiorentina, sono corso a prendermi questo nuovo, piacevolissimo, lavoro di Laura, dove don Bruno è certamente la figura centrale che, senza distogliersi dal suo ruolo di insegnate e prete, coordina un vero e proprio gruppo di investigatori. 
La vicenda si sviluppa su un duplice piano: la morte di una giovane Eva, bella, intelligente e abilissima pittrice (anche falsaria!) e il ritrovamento da parte di Bianca (il dubbio!) di un ritratto di questa stessa Eva fattole dal marito deceduto in un incidente da poco, già grande amico di don Bruno. 
Il fatto che il ritratto eseguito dal marito Vittorio (a sua volta pittore affermato) sia accompagnato da frasi più che lusinghiere verso questa bella Eva, fa sorgere il dubbio nella vedova Bianca di essere stata vittima di un tradimento di cui nulla sapeva durante la vita del marito. 
Il tormento per questa scoperta postuma porterà Bianca ad avvicinarsi di nuovo a don Bruno, da lei conosciuto come un fine indagatore dell'animo umano, per essere aiutata a scoprire la verità su questa vicenda della giovane Eva. 
Su tale vicenda e sulle ragioni della morte nei boschi di Cercina don Bruno metterà a indagare anche il suo giovane e apprezzato studente Leo, da lui aiutato per gli esami di riparazione di latino. 
In soccorso di Leo arriva anche la giovane Marta, anch'essa interessata alla verità sulla morte di Eva. 
Devo dire che l'abilità di Laura Vignali sta proprio nel mettere in campo un così numeroso e articolato insieme di personaggi senza mai far perdere il filo al lettore, attraendolo invece, con i colpi di scena che si susseguono, in una lettura che, come mi è capitato, esige di arrivare alla conclusione nel minor tempo possibile. 
In ciò gioca un ruolo importante la prosa ancora una volta asciutta e chiarissima che la nostra autrice padroneggia alla grande. Come è di nuovo affascinante, sicuramente per noi fiorentini, questo contrappunto della città di Firenze tra presente e passato prossimo, che ci fa ricordare, con un po' di nostalgia, il passaggio repentino tra una città ancora poco tempo fa vissuta dentro le mura (o quello che ne rimane) e ora definitivamente sopraffatta dal turismo e dalle attività commerciali e terziarie che hanno relegato molti residenti nelle periferie e nei comuni dell'area metropolitana. 
In tutto ciò la figura di don Bruno si staglia con forza nei due momenti, quello giovanile e quello della maturità, come un personaggio sempre sopra le righe sia come giovane un pò speciale in grado di coniugare l'amore per lo studio con l'apprezzamento per le ordinarie trasgressioni giovanile, che poi, da prete, fuori dagli schemi e amante del fumo, della buona cucina, della grappa bevuta con senno. 
E ancora in grado di riconoscere le belle femminili. 
Si apprezza, da questo punto di vista, la mano leggera con cui Laura ci fa vivere alcuni passaggi del rapporto tra i due amici prima, e tra don Bruno e Bianca poi che, con poche parole e immagini, porta i suoi personaggi al livello terreno di noi mortali. 
Naturalmente non dirò altro né dei rapporti tra i personaggi, né tantomeno delle scoperte finali sulla morte della ragazza e sui rapporti di lei col marito di Bianca, perché toglierei al lettore il piacere di venire a capo di un libro ben scritto e architettato che aspetta solo di essere letto anche da tutti voi.

Renato Campinoti

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