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23 marzo 2022

Laura Vignali: Una storia fiorentina

Non poteva mancare, da parte di uno del Gruppo Scrittori Firenze, un'attenzione a questo piacevole e ben scritto romanzo /giallo di Laura Vignali, che fa di Firenze (e un pò anche dei fiorentini!) lo scenario fondamentale di tutto il racconto. 
Il fatto che la vicenda su cui si concentra l'attenzione dei protagonisti risalga addirittura a venti anni prima (un "cold case" come abbiamo imparato in tv dagli americani) non toglie niente all'attualità dei fatti che vengono narrati. Anzi, il doppio registro su cui si svolge il racconto (attualità e flash back su episodi di venti anni prima) finisce per farci apprezzare ancora di più l'atmosfera fiorentina, colta in due momenti diversi della sua recente storia: più pervasa dal turismo dilagante oggi, più "fiorentina" all'epoca dei fatti ricordati. 
Ed è un merito di questa autrice (peraltro prolifica, lei docente di matematica, con numerose altre pubblicazioni) aver valorizzato così la nostra città, perfino nella sua insopportabile afa di luglio. 
In quanto al racconto/giallo, per non dire niente che rasenti lo spoileraggio, va comunque affermato che i personaggi, sia quello "scomparso", sia l'amico del cuore e l'ex fidanzata, sono descritti in maniera mirabile, anche nelle loro, ovvie, evoluzioni, da giovani studenti ad adulti alle prese con le difficili scelte della vita familiare e non solo.
Suscita simpatia e solidarietà la figura della madre che ha deciso di erigere una sua personale difesa dal dolore per la presunta fuga del figlio. 
Indovinatissima la figura di quella sorta di detective, il prete amante dei classici, del fumo della pipa e, sembra di capire, anche di qualche altro piacere corporale, che diventa fondamentale per portare i personaggi (e noi stessi lettori) sulla pista giusta per risolvere il mistero del libro. 
Spero che l'autrice voglia utilizzarlo per altre occasioni perché, a fronte di tanti personaggi seriali che troviamo in libreria, sono convinto che don Bruno potrebbe fare la sua buona figura. 
Va detto anche, a mio parere, che la Vignali, da buona scrittrice di storie, come ama definirsi, è bravissima tuttavia a costruire il classico plot del giallo (alla Agatha Christie per intenderci) facendo apparire qua e là quegli indizi "casuali" che sono il sale del genere. 
Aggiungo che la qualità e chiarezza di scrittura dell'autrice aiuta non poco ad apprezzare il racconto e, con i sapienti colpi di scena (i segni del ritorno del protagonista, le sue dichiarazioni di venti anni prima sulla voglia di fuggire e tanti altri che non si possono svelare!) ci tiene incollati alla lettura per le ore necessarie ad arrivare alla fine. 
Quando il libro finisce e tutti i tasselli vanno al loro posto, ci consola solo il fatto che ci sono altre storie di Laura Vignali che ci aspettano in libreria e di cui le siamo grati.

Renato Campinoti

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