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20 marzo 2022

Fabiano Massimi: Il club Montecristo - la prima indagine degli ammutinati

I sentimenti al centro dell'azione nel bel libro di Massimi.
"È l'amore, Lansi. Il più potente degli dei, secondo gli antichi". Come dirà la madre ad uno dei principali protagonisti quando incontra il figlio che ha passato otto anni in carcere per un furto insieme ad una donna, di cui non ha mai rivelato il nome. 
E l'amore è sicuramente un tema centrale in questo libro che, sotto le apparenze di un giallo, ci porta ad esplorare a fondo l'animo della gente. 
E perché non si tratti di un solo indizio, questo tema tornerà ancora, a conclusione del libro, quando le vicende saranno già state chiarite, c il direttore del carcere dirà al protagonista: "È stato per amore, vero? Quello che ha fatto, e il suo silenzio così ostinato...". 
Ma c'è una seconda forma d'amore che percorre tutto il libro: è l'amore per l'arte, anzi, per la creatività (la pittura, la scrittura, la lettura...) che da un senso alla vita di molti protagonisti e diventa un veicolo di amicizie, amori, perfino disperazioni. 
Infine c'è una terza forma d'amore, quella che si chiama solidarietà. 
Ed è appunto su questa solidarietà tra le persone che hanno vissuto l'esperienza pesante del carcere, che Massimi costruisce il plot del suo giallo, se vogliamo chiamarlo così, dimostrando ancora una volta che il genere, da Simenon in poi, è uno degli strumenti più affilati per indagare nelle viscere delle nostre società imperfette e nell'animo, appunto, delle persone, soprattutto di quelle in condizioni più estreme. 
L'abilità dell'autore, a mio modo di vedere, sta proprio nella capacità di organizzare i rapporti tra questo gruppo un pò "speciale" di persone ("Il club Montecristo") senza indulgere troppo sulle rispettive vicende carcerarie. 
Lasciando soprattutto a questa esigenza di solidarietà, necessaria per non vivere ai margini della società, il cemento tra di loro e la capacità di mettere in campo i rapporti e le relazioni necessarie. Facendoci scoprire, tra l'altro, quanto vasta e articolata sia la platea di coloro che, in un modo o in altro, hanno dovuto fare i conti col carcere. 
E infine c'è l'ultima forma d'amore evidenziata dall'autore: l'amicizia tra i due principali protagonisti del libro, entrambi alle prese con la necessità di fare i conti con le proprie storie personali e che troveranno, nella rinascita di questo senso di amicizia troppo trascurato negli ultimi anni, una spinta potente per accettare la loro vita e cercare di migliorarla con l'arte. 
Insomma in tempi in cui troppo spesso il giallo e il noir vengono interpretati come puro susseguirsi di colpi di scena e di cadaveri sparsi, scoprire un giovane autore che mette i sentimenti in primo piano, è una piacevole sorpresa e un invito ad aspettare le sue nuove prove letterarie.

Renato Campinoti

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