Versione livornese di Cappuccetto Rosso
C'era una volta Cappuccetto Rosso, una bambina tanto carina che viveva a Livorno ...
Aveva una nonna che stravedeva per lei e che un giorno le comprò un bel cappuccetto rosso. Le stava così bene che la bimba non volle più toglierselo, da qui il suo nome.
Un giorno la mamma la chiamò e le disse: “Bimba!!! Vieni vi’, t’ho detto di venì’ subito ‘vi!!!!
E urlò: “Cappuccetto Rosso!!!, nata da‘n cane, vieni subito vi!”
Cappuccetto Rosso rispose: “Ma, de’ mamma’, ca’ voi!!!!”
“Devi andà’ dalla tu’ nonna, perché ‘un sta punto bene e io ‘nò preparato quarcosa di bono, vai! Moviti.”
“Io? Ma ci devo andà’ propio io? ‘Un ci pòi andà' te?”
“No! È la mamma di tu pa', è gia' tanto se ’nò cotto quarcosa, alla mi’ socera, vai vai, bellina, è la tu’ nonna e ‘un stà a discute’ tanto … sei tutta tu’ pa’, te ti movi sempre se c'è da prendè’ quarcosa. T’ho detto vai! V ai, bellina, vai...”.
E fu così che Cappuccetto Rosso fu costretta ad andare dalla nonna.
La mamma prima che la bambina partisse ne fece una raccomandazione:
“Cappuccetto Rosso, maraccomando nun fa’ come ‘r tu’ solito, ‘un ti mette’ a spillaccherà con tutti velli che incontri, sennò ci ‘rivi domani dalla tu’ nonna. Vai dritta dritta e ‘un perde’ tanto tempo pe’ strada.”
“Boia de’, mamma, vado, vado.”
Così la piccola si mise in cammino anche se non era molto contenta. Attraversando il bosco per andare dalla nonna ecco che incontra il lupo cattivo.
“Ma che bella bambina che vedo qui davanti a me, come ti chiami?”
“Eccolo, ganzo lui, - De’, ma secondo te????? Mi chiamerò Cappuccetto Verde? ‘Un lo vedi che ciò un cappuccio rosso? Lo sanno tutti come mi chiamo”
Il lupo imperterrito continuò a fare lusinghe alla bambina e a farle domande.
“Ma che deliziosa bambina che sei! Dove stai andando?”
“Vado dalla mi’ nonna: Mi cià mandato mi’ ma', ci devo andà' per forza”
“E dove abita la tua nonna? Perché non ci volevi andare?”, continuò a chiedere il lupo, “Abita lontano? Non sei contenta di fare una bella passeggiata?”
“No! Cio’ da cammina’ più di mezz'ora e dev’anco attraversà’ il bosco e fà’ presto sennò mi ma' mi brontola, e poi sta in pensiero se non torno presto. Poteva andacci lei invece di sta’ a rompì’ i ‘oglioni a me! E ci stavo pòo gobba a giocà’ alla play station.”
“Hai ragione, ti capisco, le mamme sono fatte così. Dai, facciamo un gioco: andiamo tutti e due a casa della tua nonna e vince chi arriva per primo.”
“Oh lupo, ti ci metti anco te a mettimi furia? Quando ‘rivo ‘rivo. La mi’ nonna, un sta' mìa per morì.”
Poi presero ciasnuno la propria strada. Il lupo corse veloce veloce per arrivare prima, invece Cappuccetto Rosso si mise a raccogliere fiorellini e a godersi il paesaggio perché finalmente si sentiva libera, fuori da ogni controllo. Poi pensò che la nonna avrebbe apprezzato il profumo dei fiori appena colti.
Arrivato alla casetta della nonna il lupo bussò forte alla porta dicendo con voce soave: “Nonnina, nonnina sono Cappuccetto Rosso. Aprimi”.
La nonna cadde nel tranello, aprì subito la porta e venne mangiata dal lupo in un boccone. Poi si infilò nel letto della nonna e stette ad aspettare l’arrivo di Cappuccetto Rosso.
Quando Cappuccetto rosso arrivò cercò di essere molto gentile con la nonna, e con tono dolce le disse:
“Nonnina, nonnina, eccomi, sono arrivata, mi manda la mamma e ti ho portato un sacco di cose buone, nel bosco poi ho preso anche dei fiorellini per te. Annusali, ti sentirai meglio.”
Poi si accorse che qualcosa non andava, e chiese:
“Ohhhhh nonnina che naso lungo che hai, nonnina che t’è’ successo????!”
E qui riprese il suo accento livornese.
“’Un avrai mìa preso l’infruenza con l’ultima variante del covidde? E poi bada la' che occhi grandi che ciai e che orecchie.. nonnina ma sei proprio diventata brutta, brutta.....Boia de’, t’è’ presa propio male.”
A queste parole il lupo cominciò a ridere a crepapelle, i peli gli fluttuavano intorno al testone e così venne sgamato da Cappuccetto Rosso che vide tutto quel pelo nero e irsuto sotto la cuffia e non vide la candida chioma della nonna. Capì che quella era la bestia incontrata nel bosco e cominciò a urlare:
“Dov'è la mi’ nonna, ridammi subito la mi’ nonna. Ridammela subito!!!”.
La nonna che si era addormentata nella pancia del lupo cominciò ad agitarsi e al lupo vennero l’‘onconi e così in quattro e quattr’otto vomitò la nonna tutta intera.
Dopo aver dato le buone cose alla nonna, Cappuccetto Rosso tornò a casa tranquilla e al lupo non ci penso più.
La nonna, dopo quella brutta avventura non si fidava più ad aprire al primo che bussava alla sua porta e da buona livornese prima lo mandava a vel paese e poi ‘ni chiedeva anco il grin passe rafforzato e dopo apriva la porta. Lei e Cappuccetto avevano stabilito una parola d’ordine, la nonna pe’ sentì’ chi era che bussava alla porta diceva: “Vaffanculo” e la bimba doveva risponde’ – Si vacci te ‘er budello di tu ma’.
Non sarà stato tanto elegante, però funzionava.
Gabbriella Guarguaglini
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