La scomoda sedia, su cui mi trovo, porta in superficie un pensiero vagabondo che per pigrizia o quieto vivere, ho sempre rifiutato di organizzare.
Ho appena terminato di scrivere il racconto settimanale per il laboratorio di scrittura creativa che frequento non so più da quanti anni. Non riesco proprio a staccarmene, a causa, anzitutto, dall’empatia che si è creata con quella strana e meravigliosa creatura che dirige le danze, insomma che fa l’insegnante. La colpa è mia, che l’ho contattata al tempo di un presidente dell’Auser di Campi Bisenzio che, alla ricerca continua di novità, condivise con me l’idea di questa attività. Il fatto poi che il laboratorio si tenesse nella meravigliosa villa Montalvo, ha contribuito a invogliare quella stravagante insegnante e anche me a continuare a frequentarlo. Il bello è che poi, su proposta del Gruppo Scrittori Firenze, ho raddoppiato l’impegno dell’insegnante ed è nato anche il laboratorio alla SMS di Peretola. Colpa mia, direte, che non mi accontento mai di una cosa per volta!
Ma non è di questo che vi volevo parlare stasera. Oltretutto andrei fuori tema, vi pare?
Però questa storia del laboratorio (e delle mie manie) c’entra eccome! Si perché, vedete, io di solito non sto seduto sulla sedia da cui sto scrivendo. Eh, no! Qui ci sto comodo e non mi alzerei mai. Neppure per andare a dormire. Cavolo! Ho fatto l’una di notte passata anche stasera e ora a dormire ci devo andare davvero. Domattina ho un impegno lontano da Sesto fiorentino e mi dovrò alzare anche prima del solito!
Ecco, ci sto arrivando. La sedia su cui siedo ogni mattina si trova, appunto, a Sesto Fiorentino, dove io occupo quella posizione in quanto sono il vicepresidente regionale dell’Auser Toscano! Detta così sembra una carica più onorifica che altro. In realtà, appiccicato a quel titolo, c’è la responsabilità di Auser cultura, insomma di far nascere e sviluppare tutte le attività culturali possibili nelle Università dell’età libera e nelle Associazioni Auser di tutta la Toscana. In questi anni di Covid, poi, per non rimanere ciechi e muti nella Pandemia, si sono dovuti organizzare corsi di competenze digitali (le piattaforme! Zoom, Jitsy, ecc.) in tutte le Provincie e poi nei Comuni dove siamo presentii (circa duecento). “Campinoti, occupatene tu, come Auser Cultura”, mi hanno detto E allora eccomi a cercare gli insegnanti, a organizzare gli allievi, a verificare le attrezzature, i programmi e tutto quello che tuttora è necessario. E’ finita! No il bello comincia ora nei duecento circoli di base! Ma lasciamo perdere. Si, lasciamo perdere perché intanto c’è da trasformare il giornalino bimestrale in una newsletter mensile, che racconti tutto ciò che fa Auser in Toscana (c’è finita pura la nostra insegnante col suo bellissimo libro di poesie!). Allora “Campinoti, occupatene tu”. E vediamo di rafforzarci anche sui social, mi dico io, già che ci ho preso passione.
A questo punto la sedia comincia a diventare davvero scomoda, anche perché ora mi ricordo che c’è una certa Caterina, alla sua seconda avventura, che mi sta aspettando da un po' e che non riesco più a visitare, neppure di notte!
Invece di Caterina, da cinque anni, mi hanno chiesto di presiedere un progetto piuttosto bello, si chiama Abitare Solidale, su cui mi sono buttato a capofitto e che sta crescendo di giorno in giorno.
Vi starete chiedendo se ho mai avuto un pensiero vagabondo e l’idea di buttarmi sulle cose che amo di più, come fanno giustamente quelli che vanno in pensione e si vogliono mantenere attivi, si, ma compatibilmente!
Certo che l’ho avuto un pensiero vagabondo. Del tutto non l’ho ancora realizzato. Si, anche per pigrizia, si anche per quieto vivere. Ma anche perché le cose che faccio sono impegnative ma mi piacciono.
Ho detto non del tutto, ma a voi qualcosa voglio raccontare. In fondo siete la cosa che mi piace di più, insieme al gruppo di lettura mensile, all’Associazione del Basket, al GSF,
al Giallo fiorentino e a tutte quelle cose (e persone!) che non stanno sopra quella scomoda sedia!
Proprio in questi giorni ho lasciato la presidenza di quel bellissimo progetto che combatte la solitudine degli anziani.
Nelle settimane passate ho aperto un Blog, grazie al supporto di Ada, dove posto un sacco di cose, dai miei racconti, a quelli che scrivo insieme a Massimo, alle tante recensioni ai libri che leggo in quantità sempre maggiore, perfino le note e le riunioni che ho tenuto in più di dieci anni di Presidenza del Basket fiorentino! (ne potrebbe venir fuori un bel volume sulla storia recente di questo sport a Firenze!)
La sedia diventa sempre più scomoda e io adotto il criterio della goccia dell’acqua. L’ultima finisce per far traboccare il vaso e scambiare il liquido che contiene.
Allora: non mollare, Caterina!
Renato Campinoti
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