Con questo nuovo, avvincente romanzo noir, Carlotto ha deciso di superare la saga dell'Alligatore (impareggiabile personaggio del nord est) e di regalarci un altro personaggio dei suoi.
Anche in questo caso si tratta di uno che ha passato tutta la trafila della malavita, particolarmente quella legata alla prostituzione, che tenta di inventarsi una nuova vita, sempre sulla prostituzione, ma in una forma ai limiti della legalità e, soprattutto, apparentemente più vantaggiosa per le donne che recluta con cura e cui elargisce una percentuale alta delle entrate ben superiore alla media degli altri magnaccia.
Senza tuttavia dimenticarsi gli inizi, quando, con la sua racchetta, metteva a posto quelli che non stavano alle regole della banda delle prostitute o, comunque, pensavano di fare i furbi.
Attrezzo che, come ci farà vedere Carlotto, gli tornerà di nuovo utile nel mondo malavitoso, anzi mafioso, in cui finirà per incappare.
La cosa che colpisce, nei personaggi di Carlotto, non è tanto una sorta di loro redenzione, che infatti non c'è, quanto il loro modo di vivere e interpretare le attività malavitose che praticano, stando un pò sopra la media, vorrei dire "morale", dei personaggi e degli ambienti che frequentano.
C'è inoltre in Carlotto, ancora in questo bel libro, una capacità speciale di "entrare" nella testa del personaggio, senza indugiare più del necessario sugli aspetti banali e negativi, ma anche dandocene una rappresentazione realistica. Insomma, Il Francese, pur preso da mille problemi che gli sono caduti addosso, non rinuncia a cercare una notte d'amore con donne del suo ambiente, cercate e trovate nei luoghi a lui ben noti.
Così come non perde il vizio di concedersi pranzi costosi e di qualità anche quando è inseguito da personaggi a dir poco feroci.
Ma se questa sua capacità di costruzione del personaggio sempre ai limiti della legge e di una decente morale sociale, è probabilmente il portato di una vita e di esperienze che l'hanno portato più volte a contatto col mondo delle carceri e di una giustizia discutibile (quanto meno nei tempi con cui viene esercitata!), di ben altro spessore è il suo modo di intendere la funzione del noir come genere non solo letterario.
"Carlotto sostiene che il noir sia il nuovo romanzo d'inchiesta", ci avvertono i suoi interpreti, consegnandoci la cifra più interessante di questo autore. Che entra senz'altro a far parte di quella schiera di scrittori che fanno della loro opera un modo per "spalare", come direbbe il grande King, quella materia puzzolente che si trova sotto l'apparente perbenismo della nostra società. Tanto più di quella del Nord Est e del Brenta di cui ci parla Carlotto quando fa dire al Francese "senza il nero questo mondo (il nord est) crollerebbe come un castello di carta".
Alle istituzioni e alle forze dell'ordine, come nel caso della scaltra sovrintendente di questo romanzo, la Ardizzone, assegna un ruolo importante, senza tuttavia farle vincere troppo. Perché la malavita, le mafie dell'est e i magnaccia più truci continueranno comunque ad esserci.
E anche il Francese, ci fa capire Carlotto, potrebbe dover tornare di nuovo in azione.
Scritto da Renato Campinoti
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