UN GIALLO PARTICOLARE, DA LEGGERE
Edito da Marcos y Marcos nel lontano 1996 e riproposto da ultimo nel 2007, questo libro sicuramente particolare per le caratteristiche del personaggio, a me è apparso assolutamente meritevole di attenzione.
Il personaggio, anzitutto, che svolge la sua attività nel Marocco degli anni '70/'80 del secolo scorso, erotomane, amante della poesia e delle parole crociate, riflette certamente una mentalità e un costume di una nazione da poco acquisita alla logica democratica e costituzionale.
Con un approccio al mestiere di detective e agli ambienti delle sue indagini, che ne fanno comunque una specie di anello di congiunzione tra la civiltà occidentale e europea e la civiltà islamica, quella almeno che ha deciso di sostanziarsi in organizzazioni statali a maggioranza islamica ma sostanzialmente laiche.
Un personaggio e una narrazione tuttavia particolare, che fa dell'intuizione e del carattere induttivo del suo metodo di indagine la cifra della sua pur robusta e coriacea attività di ispettore al servizio della polizia Reale del Marocco.
Articolato in tre racconti lunghi, questo libro ci mostra l'attività di Alì, nel primo di questi alle prese con un caso che lo porta a confrontarsi con la polizia di Scotland Yard e a dichiarare esplicitamente: "io sono illogico. I criminali appaiono illogici... bisogna saltare di palo in frasca dal mio ragionamento al loro". Forse anche per mettere al riparo dalle interferenze "scientifiche" della polizia londinese, una organizzazione affidata quasi esclusivamente alla bravura e all'intuito del personaggio Alì del Marocco.
Ma il pregio, secondo me, più significativo di questo libro, è il contatto con gli ambienti e le situazioni sociali e culturali dei luoghi in cui si svolge l'azione.
Nel primo racconto l'ambiente è quello del Trinity College di Londra e l'indagine e il raffronto sono tutti affidati alla diversità culturale e di metodo delle rispettive organizzazioni poliziesche e, anche se in piccola parte, alle differenze di rapporto di queste con i rispettivi Stati.
Nel secondo racconto l'autore svela quanta interferenza esista ancora (anni '70 del secolo scorso) tra la polizia marocchina e la CIA americana, cosa che fa addirittura sospettare un ruolo di collegamento tra le due organizzazioni esercitato dallo stesso Alì. Non manca tuttavia un rilievo nuovo dell'ispettore Alì, con i suoi "vizi" occidentali, dalle donne al Whisky scozzese.
Ma è nel terzo racconto, tutto ambientato nel Marocco di quegli anni, che emerge con forza l'intenzione descrittiva, sociale e culturale, del proprio Paese da parte dell'autore, che svolge così, come ci ha insegnato il grande Simenon, una funzione di indagine ben più profonda della semplice costruzione "poliziesca". Emblematici, da questo punto di vista, i colloqui, in questo racconto, tra Alì e il suo Capo, chiamati a svolgere un'indagine sulle vicende che accadono in un piccolo villaggio di periferia.
Spassosa la descrizione, apparentemente veritiera, della nuova funzione "indipendente" della polizia in quegli anni, espressa dal Capo, rispetto ai tempi delle generazioni precedenti.
Bello il confronto tra i padri, l'uno del Capo, l'altro di Alì, con quest'ultimo, veniamo a sapere, costretto a vivere con un lavoro infame in un forno padronale e con sette figli in una specie di soppalco.
Padre morto, alla fine, per doversi arrampicare, ormai vecchio, su e giù per quelle scale.
Non meno impressionante è la descrizione della povertà nel villaggio da loro visitato e del rilievo delle angherie svolte dalle forze statali, guardia di finanzia e polizia verso quelle povere popolazioni.
Questi accenni sono solo una minima parte, naturalmente, delle molte notizie e impressioni che l'autore ci trasmette. Senza mai dimenticarsi, con bravura, che il suo è un romanzo giallo, con al centro un Ispettore fedele al Corano.
Merito a questa piccola casa editrice per avercelo fatto conoscere, nonostante le difficoltà di reperimento che ci costringono ad affidarci alla buona volontà di librerie ancora disposte ad accontentare anche i clienti più difficili.
Scritto da Renato Campinoti
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