Anzi di più. Si perché questa volta Grazia Negro è cresciuta, non è più solo una ragazza in cerca di emozioni forti, con un fortissimo intuito. No! Questa volta Grazia è appena diventata mamma, di due gemelline per di più, e deve, il giorno stesso del parto (cesareo!) proteggerle dall'arrivo del mostro.
"La stiamo portando al sicuro, ispettore. L'Iguana è scappato", gli urla un poliziotto mentre in fretta e furia mettono le gemelline in una cesta di vimini e trasportano via lei, con al braccio la flebo sorretta dal trespolo.
Trattandosi di un giallo con continui colpi di scena e ribaltamento di fronti, non dirò niente della trama, assolutamente avvincente, del romanzo.
Certo, lo stile non è acqua, si potrebbe dire e Lucarelli ne ha da vendere per catturare l'attenzione del lettore senza mai fargli riprendere fiato.
Ma è nei personaggi, nella loro evoluzione dalla volta precedente, che si coglie la robustezza narrativa dell'autore.
"Ci aveva messo tanto a decidere se volesse fare la cacciatrice di uomini o la mamma, e aveva deciso la mamma, solo quello, la mamma, e adesso invece doveva ricominciare da capo", ci dice l'autore di Grazia Negro, che si terrà questo dubbio se rientrare o meno nei ranghi della polizia, per tutto il romanzo, fin nella parte finale quando, dopo tutto quello che accade, passati ormai quattro mesi, si ritrova a passeggiare con le gemelline in carrozzina, dalle parti della squadra mobile, a farsi pregare dal vicequestore Carlisi di riprendere al più presto servizio.
Altrettanto evoluti sono gli altri personaggi principali, a cominciare da Simone, il ragazzo non vedente di cui Grazia si era innamorata e che poi aveva lasciato. Ora, con la fuga dell'Iguana, sono accumunati di nuovo dalla stesso destino, ma Simone è cambiato, ora fa del sollevamento pesi il suo modo per affrontare da solo la vita senza Grazia.
"Il peso, lo so" dirà a se stesso e a noi "è solo un numero da raggiungere. Io vivo qui. Io vivo dentro".
Altrettanto evoluti sono gli altri, come il Roberto di Bologna 5, il tassista che scorrazza gente di notte e che forse, chissà, ne ha trasportato uno di troppo, uno che assomiglia tutto a Ray Cooper, il famoso percussionista e tante altre cose, la faccia più simile a quella del topo della storia di Lucarelli. Ma non si può leggere questo libro senza ascoltare coloro che lo hanno ispirato: I Melancholia, dal cui brano "Lèon" prende il titolo il volume di Lucarelli. E non solo il titolo, se lo ascolterete anche voi prima e dopo aver letto questo fantastico prodotto di uno dei nostri migliori scrittori
Scritto da Renato Campinoti.
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