Cristina Cassar Scalia: Il talento del cappellano

È stata una piacevole sorpresa questo libro di Cristina Cassar Scalia, siciliana doc, catanese di Noto, capace di costruire trame e personaggi come capita raramente anche nel genere giallo di cui si dimostra maestra.
È il suo primo libro che mi capita di leggere, incoraggiato anche da amici siciliani che ne sono entusiasti.
Bella e impegnata la trama, sufficiente corroborata da colpi di scena che danno ritmo al racconto e tengono piacevolmente impegnato nella lettura. In questo caso poi, trattandosi di storie che investono ambienti religiosi e mafiosi, era necessario equilibrio e attenzione.
Cosa che a Cristina riesce benissimo, soprattutto nella costruzione dei personaggi. Indimenticabile Vanina Guarrasi, vice capo della squadra mobile di Catania, in bilico tra difficili affetti familiari e amicali e la sua grande passione per l'attività investigativa, che la portano a fare la vita della single, amica di tutti, legata con nessuno.
Geniale la figura del Commissario in pensione Patanè, che alla veneranda età di 82 anni, continua ad andare volontariamente alla Mobile ogni giorno, apparentemente per sfuggire alle troppe attenzioni della moglie Angelina, in realtà perché malato del mestiere di investigatore, in perfetta sintonia con Vanina.
Altrettanto riuscita la figura del capo della Squadra mobile Macchia, che, pur presente nei momenti decisivi delle frequenti riunioni, si fida di Vanina e si limita a favorirne le migliori doti di investigatrice.
Ma si potrebbero citare tutti i personaggi della Squadra e quelli esterni ma funzionali al racconto.
Quello che posso dire che per gli appassionati del genere (ma vorrei dire per gli amanti della buona scrittura) è che Cristina Cassar Scalia è una scrittrice da non lasciarsi sfuggire, come io ho colpevolmente fatto finora.
Posso solo aggiungere che tra le mie prossime letture non mancherà qualche altro romanzo della Cassar Scalia e delle avventure della improbabile coppia Vanina Guarrasi e Biagio Patanè.