E la sorpresa è stata di trovare, da subito, assolutamente affascinante e adatto all'espressione più vera dei propri sentimenti un tipo di scrittura in cui, come ci rivela l'autrice nella presentazione, "Il bisogno di sintesi estrema, fa scaturire pensieri inaspettati, è come se si dovesse andare a cercare ogni volta una rivelazione che scaturisce dall'ultima parola che viene depositata sulla carta".
E sintesi più estrema di un componimento fatto di solo undici parole, per di più disposte in forma di piccola piramide, ma dove l'ultima parola solitaria ne rappresenta la base, è difficile immaginare.
Eppure Ada ci consegna questo volumetto dove sono leggibili e godibili ben 111 di questi "petit once", come vengono chiamati per rispetto alla loro origine francese.
"Poesia al microscopio", è il sottotitolo della raccolta, perché sia chiaro da subito che si tratta di qualcosa di più di semplici pensieri occasionali, fino a diventare davvero delle poesie in miniatura che suscitano reazioni emotive che solo leggendole si possono capire. Non immaginando, lo dico subito, che si tratti di sentimenti a senso unico.
Apre la raccolta un petit once dedicato alla passione più grande di Ada (e forse anche di noi suoi estimatori), la scrittura, così introdotta "In/principio fu/il verbo/ poi la scrittura ci donò/sapienza"/. Immaginate di leggerlo nella sequenza che vi ho descritto, e la poesia vi arriverà diretta alla vostra sensibilità!
Poi, sempre qui, ci confessa il suo segreto più riposto: "Scrivere/di me/è un'attività/che dà respiro all'/anima". Sono sicuro che senza il vincolo del petit once difficilmente Ada ci avrebbe trasmesso, con queste poche parole, un sentimento così profondo!
Ma sono molte le "sezioni" in cui Ada ha raccolto i temi e gli impulsi più rispondenti ai suoi stati d'animo. Dovendo selezionare, mi piace ricordare un petit once dedicato a Il Viaggiare: "La/ mattina decollo/poi la sera/atterro dolcemente nel mio /letto.
Non posso non richiamarne un altro, dalla sezione Il silenzio, dove si può leggere: "C'è/un silenzio/che sembra rumore/si fa cascata di/pensieri". E infine quello che è forse, il più bello, per me di sicuro, nella sezione Dentro e fuori il mio corpo: "Vedo/solo quello/che voglio vedere./Devo imparare a gurdare/meglio".
Se avrete voglia di chiedere a Ada di procurarvi questa piacevolissima (e istruttiva!) raccolta, vi renderete davvero conto che ha ragione lei quando, in chiusura della sua prefazione, ci avverte: "Scrivere un petit once è come esorcizzare ed espellere tossine o rabbia, ma anche esprimere felicità e stupore". Ed è possibile, come mi è capitato, che vi venga voglia di provare anche anche voi a scriverne qualcuno.
Renato Campinoti
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