Ci confessa così Lorenza Pieri la sua ammirazione per la vita e la straordinaria bellezza delle opere di Niki de Saint Phalle, l'artista nata a Parigi nel 1930 e da molti conosciuta in Italia per la sua opera più grandiosa: Il Giardino dei Tarocchi.
Da dove prende la forza creativa e anche quella fisica per arrivare, al culmine di una carriera artistica già grandiosa, a realizzare un'opera certamente "pesante" come quella quando ormai ha superato i sessanta anni? Probabilmente una molla possente per dimostrare che una donna non ha niente di meno di uomo anche fisicamente, la riceve da quello che le accade da bambina e che lei racconterà solo a sua figlia Laura in una lettera che poi diventerà un libro dal titolo non casuale "Mon secret": "L'estate dei serpenti fu quella in cui mio padre, il banchiere, l'aristocratico, mi ha messo il suo sesso in bocca".
Lo confesserà lei stessa alla figlia in quella lettera: "A chi avrei potuto dirlo?... Questa solitudine forzata ha creato in me lo spazio necessario... per far crescere la mia vita interiore che poi mi ha portato più tardi a diventare un'artista".
Ma sarà lunga la strada e molti i sacrifici che dovrà sopportare per arrivare a forme di creazione universalmente apprezzate. Arriverà perfino a separarsi dall'uomo che ama e da cui ha avuto la figlia.
"E dice a Harry per la prima volta di voler andare a vivere da sola... Ha già sperimentato cosa significa perdere la testa e sa qual'è l'antidoto: lavorare senza sosta. Trasformare le ossessioni che invadono la sua mente in creazioni". Dovrà ancora soffrire ma riuscirà nell'intento.
La nascita dei Tiri, quelle opere che vedono assemblare sulla tela oggetti vari, bambole rotte, coltelli, forbici, abiti imbottiti con sotto sacche di colori ricoperti di gesso bianco. Su tali tele Niki spara con una carabina facendo scendere il colore su tutti gli oggetti come fosse un sanguinamento.
"Ho sparato per colpire mio padre, tutti gli uomini, mia madre, la chiesa, le convenzioni...", dirà Niki quando il pubblico assiste al suo primo esperimento decretandone un successo enorme.
Chi vorrà leggere questo agile ma efficacissimo libretto capirà subito la ragione di queste espressioni dell'artista! E non saranno mai casuali le ragioni della sua arte che lei, alternando pittura, scrittura e poesia, elenca nel suo "Muro della rabbia". Si va dalla fame, al fascismo, all'antisemitismo, al sessismo ecc. E otterrà successi in tutto il mondo. Polemizzerà perfino con le femministe per la sua vita dedita anche alla seduzione e agli amanti. Ma lei risponderà con la sua arte e non si preoccupa di quello che dicono di lei.
Sono molte le opere che si scagliano contro il potere maschile e soprattutto, contro coloro che ne deformano le finalità. Dopo i Tiri arrivano le Nana, sculture di gigantesche donne con le quali Niki "lancia il suo messaggio più dichiaratamente femminista: Gli uomini hanno il potere, le donne la forza creatrice".
Quando suo padre, che ha tentato inutilmente di riconciliarsi con la figlia stuprata, muore, Niki non solo non andrà ai funerali, ma, alcuni anni dopo, realizzerà un film, Daddy, in cui simila di uccidere il padre 17 volte e lo rappresenta dentro la bara con un gigantesco fallo di cartapesta. Ormai si va verso l'epilogo.
Grazie all'incontro con Marella Caracciolo, già sposata con Gianni Agnelli, ottiene il terreno e lo spazio necessario per realizzare il sogno di una vita: Il Giardino dei Tarocchi.
Ci vorranno anni, finanziamenti in qualche modo racimolati, ma alla fine il Giardino vedrà la luce, quando ormai, siamo negli anni anni novanta del secolo scorso, Niki è stremata nell'animo e nel fisico. A questo punto, da vera artista poliedrica quale è, è riuscita a partecipare alla realizzazione di balletti, al lancio di un profumo con gli aromi del suo Giardino. Prima della fine riuscirà a non partecipare, a Israele, all'inaugurazione della mostra di quegli "animali magici" da lei realizzati per i bambini.
Siamo nel 2001 e Israele porta avanti una forte e sanguinosa repressione contro i Palestinesi. "Il nostro messaggio di pace non può essere sentito tra i colpi di fucile e le bombe", scrive al pubblico motivando il suo rifiuto di presenziare alla mostra.
Farà in tempo a vedere gli aerei che si schiantano sulle Torri gemelle. Nel maggio del 2002 si spegnerà circondata da amici, figli e nipoti. Lasciandoci un ultimo messaggio di grande attualità e che Lorenza Piera, con questa bellissima biografia, offre anche a noi, troppo spesso distratti dalle nostre quotidiane incombenze.
Renato Campinoti
Renato Campinoti
Nessun commento:
Posta un commento