Eugenio Giani: Cosimo I dei Medici, il padre della toscana moderna
Chi, come pure il sottoscritto, era convinto di sapere tutto sulla vita e l'opera di Cosimo I dei Medici, non può che rimanere meravigliato dalla lettura di questo bellissimo libro di Eugenio Giani. Troverà infatti in esso così tante vicende e tanti particolari delle iniziative, attività, progetti del primo Granduca di Toscana da rimanerne contento e meravigliato.
Giani infatti, piuttosto che soffermarsi sugli svolgimenti storici della vita e dell'opera di Cosimo, ha organizzato il fluente e piacevole racconto evidenziando i tanti territori e le molteplici iniziative dove il Medici ha lasciato la sua impronta, allargando il dominio su quasi tutta la Toscana e mettendo le basi per fare della regione una espressione non solo geografica ma statale.
È così, del resto, che mette in risalto la cosa che più sta a cuore all'autore e che rappresenta il motivo conduttore di tutta l'opera di Giani: Cosimo I dei Medici come il vero "padre della Toscana moderna". Naturalmente niente viene per caso se, come l'autore fa dire ad uno dei più acuti storici della vita del Granduca, Roberto Cantagalli, a proposito della nomina del giovanissimo figlio di Giovanni delle Bande Nere ad appena diciassette anni a Duca di Firenze: "Il ragazzo che aveva allora sul mento la prima lanugine della virilità e appariva... timido ed esitante, pieno di ossequio e rispetto verso i magnifici senatori fiorentini che lo avevano designato a succedere sul trono all'assassinato Duca Alessandro, nel giro di pochi mesi rivelò un insospettato senno, una decisione e una scaltrezza da uomo di Stato più che provetto".
Se la prima vicenda fortunata per Cosimo è rappresentata dall'uccisione di Alessandro da parte di Lorenzino de' Medici che, in assenza di altri rampolli della casata, gli permetterà di subentrare nella carica di Duca, l'altra parte di fortuna è sicuramente quella nella sfera privata, con la designazione a sua sposa di Eleonora di Toledo, figlia del Vicerè di Napoli, una delle famiglie sotto la protezione dell'imperatore Carlo V.
Ma la cosa più bella e importante è che "tra di loro scaturisce un amore vero" che di sicuro aiuterà Cosimo ad affrontare con maggiore serenità le gravose incombenze del Ducato. E la terza vicenda a lui favorevole è sicuramente rappresentata dalla benevolenza dell'Imperatore verso il giovane Duca.
Quando, nel luglio del 1539 i due giovani convoleranno a nozze, per i festeggiamenti non si baderà a spese "A gloria della dinastia dei Medici, ma soprattutto a gloria di Carlo V, perché tutto questo deve dimostrare agli occhi del mondo la fedeltà e la gratitudine di Firenze per l'Imperatore".
A questo punto Cosimo è pronto per avviare le innumerevoli iniziative che cambieranno in meglio il volto di Firenze e della Toscana.
Giani parte con riferimento all'Accademia fiorentina, coltivando anche la quale, compresa l'adesione di Benedetto Varchi, incaricato da Cosimo di scrivere la storia di Firenze, Cosimo e Eleonora daranno "l'avvio di una politica culturale che finirà per segnare un'intera epoca".
Ancora un paio di capitoli di carattere diciamo "privato": la reclusione e la morte nella fortezza da basso di Filippo Strozzi, per la costruzione della quale lo Strozzi aveva generosamente finanziato il Duca Alessandro. Se a questo avvenimento si somma l'acquisto delle fortezze di Firenze e Livorno, liberate così dagli imperiali, si può ben dire che fin dall'inizio del suo Ducato "Cosimo ha fatto in modo che la Toscana non diventasse una provincia dell'impero di Carlo V e nemmeno un dominio del Papa... e ha regalato alla Toscana una storia diversa da larga parte d'Italia".
Reso omaggio alla morte di quella grande donna che fu Maria Salviati, la madre di Cosimo, il racconto di Giani si dedica ad illustrare, in maniera dettagliata e affascinante, le conquiste di Cosimo in terra di Toscana, ormai sempre di più il suo Regno. Dalla fortificazioni delle zone di confine con le fortezze di Sansepolcro, di San Piero a Sieve, di Cortona, di Montecarlo e Lucignano, all'ammodernamento di quella di Radicofani, fino alle più svariate torri di avvistamento dalla Versilia alla Maremma.
Sistemata così la sicurezza della Regione, Cosimo passa alla conquista e sistemazione di quella che viene definita la seconda capitale del suo regno: la città di Pisa.
Giani non trascura ovviamente, insieme all'affascinante racconto sulla vera e propria "nascita" delle fabbriche degli arazzi, il rafforzamento della città capitale, Firenze. Non senza aver prima fatto i conti definitivi con Lorenzino dei Medici, fatto uccidere dai suoi sicari a Venezia il 26 febbraio 1548, dieci anni dopo l'assassinio del Duca Alessandro e il suo insediamento al potere.
Si giunge così, dopo lo spostamento della famiglia in Palazzo Vecchio, all'acquisto e alla ristrutturazione di Palazzo Pitti, di quella che d'ora in poi sarà la Reggia del Ducato prima, del Granducato poi.
Si giunge così alla ulteriore tappa del definitivo ampliamento regionale del regno di Cosimo: la conquista di Siena, delle cui impegnative vicende Giani ci restituisce un dettagliato e affascinante racconto. Così come sono da segnalare le belle pagine dedicate al Vasari, alle sue "Vite", alla costruzione degli Uffizi, al rapporto forte con Cosimo per tutta la sua vita.
Commoventi e intense le pagine dedicate alla prematura morte della moglie Eleonora e dei tre figli a causa delle febbri malariche durante un viaggio verso Livorno e la Maremma. Come, in forma diversa, sono interessanti le descrizioni della nascita e del nuovo sviluppo di quel collegamento fluviale tra Pisa e Livorno col canale dei Navicelli, che sarà anche occasione per ridare fiate al porto fluviale di Firenze, rinnovando l'esperienza del collegamento d'acqua presente già al tempo dei Romani.
Naturalmente l'autore non trascura niente della vita di Cosimo, fino alla nomina del figlio Francesco come Reggente del regno, alla sua tanto sospirata nomina a Granduca da parte del Papa, alle ulteriori fasi della vita privata del vedovo Cosimo e delle due donne che non saranno comunque in grado di sostituire la sua Eleonora.
Ma qui conviene fermarsi, lasciare al lettore di concludere le pagine di un libro, ripeto, assolutamente inaspettato e affascinante. Infine lo si chiude e si torna a meravigliarsi di quante iniziative e di quante scelte questo giovane venuto in città dal Mugello in condizioni disperate per la famiglia Medici, ha saputo compiere per regalarci l'ossatura più robusta della nostra meravigliosa regione toscana. E grazie a questo pregevole lavoro di Giani per avercelo mostrato.
Renato Campinoti
Renato Campinoti
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