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11 gennaio 2023

Andrea e Barbara Carraresi:Le due coscienze; Il gioco del quindici (romanzo doppio)

Un romanzo doppio, un esperimento più che riuscito!



Non è la prima volta, ma è certamente raro che in un unico volume si trovino due romanzi di notevole entità, anche quantitativa e, soprattutto, che gli autori siano padre e figlia.
Ma le novità, per così dire, non finiscono qui. Ci sono, infatti, in questo volume così godibile almeno altre due elementi che ne costituiscono altrettanti fili conduttori comuni. Si tratta, anzitutto, dello stesso personaggio principale, il maresciallo Maremmi, che agisce come tale in entrambi i romanzi, così come sono gli stessi i personaggi che fanno da complemento (e che complemento!) in ambedue le avventure tratteggiate prima da Andrea, il padre, poi da Barbara, la figlia.
Anche questi personaggi, come vedremo, hanno le stesse caratteristiche sia fisiche che psicologiche in ambedue le storie che ci vengono narrate. E l'altro filo conduttore di entrambi i romanzi è la passione per la letteratura e, in generale, per i fatti culturali, che trasuda dalla scrittura di entrambi gli autori.
Naturalmente qui finiscono le forti analogie che hanno permesso questo esperimento editoriale, secondo me, lo dico subito, molto ben riuscito, e cominciano le differenze e le specificità dei due autori.
Si tratta, in entrambi i casi, di racconti gialli e come tali vengono trattati dai due autori, con tanto di descrizione degli avvenimenti, dei reati e delle conseguenti indagini, più o meno rapide ed efficaci
Per partire dal primo, "Le due coscienze", di Andrea Carraresi, si tratta di quello che più dei due è impegnato a tratteggiare la figura principale che entra in scena per la prima volta e deve, necessariamente, farsi conoscere.
Così come è la prima volta che l'ambientazione dell'autore è sviluppata nella località di San Vincenzo, in provincia di Livorno, e anche a essa è prestata l'attenzione necessaria per "portare" il lettore nell'ambiente ("la geografia è parte integrante di un buon romanzo", ricordava Simenon quando descriveva puntigliosamente le vie e viuzze di Parigi!) e anche della psicologia dei suoi abitanti, sia di quelli che aiuteranno Maremmi a risolvere il caso, sia degli altri di contorno o in posizione negativa. 

La stessa cura Andrea dedica a "fotografare" i personaggi principali che girano intorno al maresciallo. (Tra parentesi uno che nasce a Firenze e finisce a San Vincenzo, nell'alta maremma, aveva nel nome il suo destino!). 

Tra i personaggi, che ritorneranno anche con Barbara, quelli più azzeccati sono senz'altro un paio dei collaboratori di Maremmi, come Nello, il brigadiere che si può permettere di non avanzare di carriera perché è ricco di suo e usa un animo generoso e una mente acuta per aiutare in più di un'occasione (non soltanto nel lavoro), Corrado Maremmi. 

L'altra figura è il giovane carabiniere, l'appuntato Corrado, del tutto ligio all'attività e al suo superiore, che impersona perfettamente "il figlio che il maresciallo non ha avuto" dalla precedente moglie morta da un anno. Naturalmente non si può tacere un personaggio del luogo come il pescatore Pilade Novelli, detto "Il palamita" che, usando il pensiero e la pazienza di una vita in mezzo al mare per pescare un po' di pesci, si dimostrerà un formidabile collaboratore del maresciallo, oltre che un indispensabile fornitore di pesce fresco per la sua mensa. 

E qui entra in pista l'altra, indispensabile presenza, quella del capitano di vascello, Margaret Bui, bellissima e di buoni propositi, tanto da far rinascere nel maresciallo la speranza nell'amore che credeva morto con la scomparsa della sua amatissima moglie. 

In questo quadro, Andrea, quando cominciano davvero le indagini per uno e poi due morti rinvenuti in strani posti del luogo, riesce a portarci, con uno stile limpidissimo e senza inutili orpelli, dietro alle varie vicende che la squadra di Maremmi sta scandagliando, introducendo via via appropriati intermezzi di riferimenti culturali, così come richiami a valori e finalità dei nostri errori, che finiscono per regalarci un romanzo che è, al tempo stesso, un racconto giallo e una essenziale guida culturale e filosofica dedicata alla parte migliore e più sana del nostro popolo toscano. 

Senza, naturalmente, dimenticare i prezzi da pagare per essere, come Maremmi e i migliori della squadra, coerenti in un mondo che spesso spinge le aspettative dell'individuo in altre direzione (le due coscienze!). 

Venendo ora al racconto di Barbara Carraresi, c'è subito da dire che, pur utilizzando gli stessi personaggi, si preoccupa anzitutto di trovare una storia più hard di quella del padre e una collocazione che cambia in parte scenario, riportando Maremmi nella città natale e quindi a contatto con la sua Firenze. 

Lo stile della scrittura, di conseguenza, si fa più frantumato, senza perdere mai la coerenza del racconto, introducendo tuttavia qualche colpo di scena in più e anche una più forte radicalità delle scelte cui sono chiamati i personaggi. In primis Maremmi, ovviamente, che deve decidere se affrontare di nuovo la criminalità organizzata, così come, in rapporto a ciò, la stessa Margaret, che viene posta di fronte a scelte che potrebbero rimettere in dubbio le certezze sentimentali appena ritrovate. Infine la figura e il ruolo del Palamita è chiamato a un'ulteriore evoluzione per stare al passo di queste vicende. 

Naturalmente si attenua, nel romanzo di Barbara, il tenore, diciamo così, di carattere culturale che la narrazione del padre portava con sé. In compenso, grazie alle delizie culinarie che la mamma di Maremmi prepara ogni giorno e ogni sera che il nostro mangia in casa, si alza di molto il livello dei riferimenti alla classica cucina fiorentina e toscana, che la avvicinano ad altri, ben noti, romanzieri. di gialli. 

Senza entrare nel merito delle vicende del vero e proprio plot giallo su cui sono incardinati i due romanzi, dicendo solo che, mentre Andrea lavora di più sulla psicologia delle persone e dell'ambiente e Barbara utilizza a piene mani la sua cultura giuridica e processuale (senza la quale non è possibile scrivere un romanzo giallo così impegnativo!), alla fine del libro non ci si accorge di aver letto più di cinquecentosessanta pagine, tale è la qualità della scrittura dei due romanzieri e, devo dire, anche la qualità dell'impaginato e dei caratteri che permettono di far "volare" le pagine per arrivare alla attesa conclusione delle vicende narrate. 

Insomma, questi scrittori di famiglia (o sarebbe meglio dire, questa famiglia di scrittori?) ci hanno sottoposto un esperimento non banale, soprattutto per parlarne anche agli altri come si fa con una recensione, e bisogna dire che qualcosa di veramente buono lo devono aver combinato se, una volta chiuso il librone, ci rimane la voglia di non perdere di vista il maresciallo, la sua nuova donna, il giovane Corrado, anche lui alle prese con una bionda niente male, e poi Il palamita e i suoi freschi pesciolini, ma anche Nello e quella villetta sulla collina di San Vincenzo e poi le isole sullo sfondo e il mare che fa venire voglia di tuffarci. 

Allora forza, Andrea, forza Barbara, non ci fate aspettare troppo per le nuove "Indagini del Maresciallo Maremmi"!

Renato Campinoti

1 commento:

  1. bellissima recensione, un doppio romanzo che merita davvero di essere letto

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