La settimana scorsa ho terminato la lettura di un libro piuttosto voluminoso e anche interessante: Valèrie Perrin: Cambiare l'acqua ai fiori.
Questo libro fa parte delle letture che mensilmente ci assegniamo come gruppo "Una sera un libro", organizzato da Antonella e altri (me compreso) per conto del Gruppo Scrittori Firenze di cui faccio parte.
Nel tempo vedrò di dare conto di tutte le letture che nei circa due anni di vita abbiamo avuto modo di fare (o ri-fare!), arricchendo sicuramente la nostra esperienza di lettori e, soprattutto, condividendo tra noi le sensazioni e i giudizi su libri non sempre semplici.
Ho già messo, ad esempio, in questo Blog alcune delle impressioni condivise sul gruppo WhatsApp relative alla lettura del voluminosissimo libro di Tolstoj, Anna Karenina, che rappresenta, secondo me, una delle vette di tutta la storia letteraria.
Ma per tornare a "Cambiare l'acqua ai fiori", non si può dire che il libro non meriti la fortuna che ha avuto sia in Francia che nel resto di buona parte del mondo. La trama, le vicende complesse, i colpi di scena, il mix di dolore e felicità che riesce a bilanciare, catturano inevitabilmente l'attenzione e il piacere di leggere di ognuno.
Da consigliare a tutti, certamente. Se un appunto tuttavia posso fare a questo pur godibilissimo libro, è un eccesso di "trama", se così si può dire e, per dirla ancora una volta con King, l'assenza di quella necessaria opera di "potatura" che avrebbe sicuramente potuto tagliare un centinaio di pagine, acquistandone sicuramente in scorrevolezza e, soprattutto, eliminando quella sensazione, talvolta, di ripetitività che mi pare l'unico difetto di un libro per altro molto azzeccato.
renato campinoti
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