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08 novembre 2021

Ogni sera Dante di Roberto Mosi


Ogni sera Dante ritorna a casa: una piccola, geniale operazione culturale di Roberto Mosi

Fra le pubblicazioni uscite in occasione dei settecento anni dalla morte del Sommo poeta, mi fa piacere segnalare questo volume che Roberto Mosi ha composto, raccogliendo il frutto di ben sette passeggiate intorno ai luoghi della vita e delle opere (La divina commedia principalmente!) fatte insieme ad un gruppo di amici, in un periodo, quello della fase più dura della Pandemia e delle restrizioni conseguenti. E’ stato questo, anche un modo per esorcizzare, con la cultura e la poesia di Dante, la tristezza di quei momenti.

Nonostante l’ingresso nel periodo della regione rossa (per la Pandemia!), il gruppo non si è fermato, impostando due delle sette passeggiate in forma virtuale, dando anche un segnale di positività alle restrizioni inevitabili. Va detto che la compagnia degli amici era ben formata, nel senso di una solida cultura dantesca e non solo e di una presenza anche di attori di scena che hanno contribuito ad arricchire per loro (e per noi lettori) la descrizione dei luoghi e delle rimembranze dantesche presenti nelle sue opere.

Molto ben organizzata la logica delle passeggiate che, partendo dal luogo più intimo di Dante, quella che viene comunemente riconosciuta come la Casa di Dante, in via Alighieri, dove è posta la lapide che è a premessa di tutto il percorso (“Io fui nato e cresciuto sovra il bel fiume d’Arno alla gran villa”) si snoda poi alla riscoperta delle lapidi che nel ‘900 il Comune fece mettere a memoria delle vicende dantesche. Dal “mio bel San Giovanni”, il Battistero dove fu battezzato, ai luoghi del conflitto tra i Donati e i Cerchi, (acerbo il racconto della violenta morte di Corso Donati, l’uomo che con violenza aveva preso il potere e cacciato Dante e poi i figli dalla città) che fu la vera cagione del suo esilio, fino ai ricordi del suo avo più amato e stimato, Cacciaguida, perito nella crociata alle porte di Gerusalemme. Forse la cosa più interessante del volume è proprio questa giustapposizione tra la Firenze dei tempi di Cacciaguida (“Fiorenza dentro da la cerchia antica…si stava in pace, sobria e pudica”, dice Cacciaguida) e i tempi vissuti da Dante, immersi nello scontro tra i nuovi ricchi delle manifatture e della finanza e i nobili che gli Ordinamenti di Giustizia del 1293 vogliono tener fuori dal potere e dalle cariche della Repubblica. Nella Firenze del 300, insomma, lo sviluppo economico e la crescita di nuovi ceti (“la gran villa”, la più grande d’Europa a quei tempi) producono appetiti e scontri tra fazioni che vanno bel al di là delle vicende nate con lo sgarbo di Bondelmonte alla famiglia Amidei, la sua uccisione violenta e la nascita delle fazioni dei Guelfi e dei Ghibellini.

Ma sarebbe inutile ripetizione ripercorrere qui le scoperte e le notizie che Mosi, col gruppo di amici, ci rimembrano con questo bel lavoro. Agile, sospeso tra la guida specialistica (Dante e la sua vita) e l’approfondimento culturale, si esce davvero arricchiti dalla lettura di quest’opera, che del resto va ad infoltire la ricca lista di libri dedicati da Mosi alla storia meno conosciuta di certe zone della Toscana (su tutte per me: “Elisa Baciocchi e il fratello Napoleone. Storie francesi da Piombino a Parigi”), per non parlare delle tante opere poetiche che lo hanno visto raccogliere numerosi e prestigiosi premi.

Renato Campinoti

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